Insubria, linea dura contro i fumatori
«Sigarette vietate anche nei cortili»

Cartelli in tutte le sedi dell’ateneo. La docente: «Giusto così, come negli Usa»

Tempi duri per gli amanti delle sigarette. Con tanto di nota protocollata, all’Università dell’Insubria è scattato il divieto di fumare (sigarette elettroniche comprese), sia nei locali al chiuso, sia in tutte le aree all’aperto compresi cortili, porticati, ballatoi, scale esterne e parcheggio. Il divieto, del resto, è prescritto dalle normative nazionali vigenti e prevede sanzioni a carico di chi non lo rispetti.

I cartelli appesi in giro per l’ateneo parlano chiaro, idem i posacenere tolti in alcuni punti: agli studenti lariani, quindi, tocca proprio uscire fisicamente dalle sedi cittadine, non basta stare solo all’esterno delle aule.

«Sono una non fumatrice – spiega la docente di Fisica dell’Insubria e delegata per la comunicazione Michela Prest – non solo, mi sono occupata anche di fisica medica e ho lavorato con pazienti con gravi patologie tumorali. Sconsiglio, quindi, a chiunque di accendersi una sigaretta». La normativa potrà essere un disincentivo? «Quando si ha una dipendenza – continua Prest – è chiaro che è complicato scacciare la voglia. Però credo proprio sia un divieto corretto. Negli Stati Uniti, del resto, è così: quando sono stata a Berkeley, c’erano alcuni piccoli recinti dove le persone potevano fumare. Per il resto, in tutto il campus, non si poteva. Sinceramente, da quando abbiamo affisso i cartelli, non ho visto studenti “impazziti” correre alla ricerca di un posto. E fra i miei colleghi, almeno vado a memoria, credo siano davvero pochi ad avere il vizio».

Qualche giorno fa, in occasione della giornata mondiale senza tabacco, l’ateneo ha sottolineato quanto sia dannoso il fumo, soprattutto quello passivo. «Allontanarci dagli ingressi e dalle finestre delle sedi per fumare è un gesto di rispetto per gli altri, ma anche un dovere che ci farà evitare le sanzioni previste dalla norma».

I commenti si sono divisi fra chi era d’accordo e chi, invece, richiama la necessità d’avere comunque dei posti dove poter fumare e non condivide l’estensione alle aree aperte. «La normativa è nazionale – dice Antonio Pistocchi, presidente del consiglio generale degli studenti insubrico – abbiamo cercato di sensibilizzare sia i ragazzi, sia i docenti poiché il cambio comunque è spiazzante. Penso abbia un effetto positivo».

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