Insubria, stangata arretrati
“Avvisi” da mille euro

L’Insubria invia centinaia di notifiche agli ex iscritti che non hanno formalizzato la rinuncia. Il garante degli studenti: «Prescrizione dopo 5 anni»

Con un’operazione senza precedenti, l’Università dell’Insubria sta dando corso in queste settimane a un recupero crediti su larga scala. Nel dettaglio, in base ad un rapido calcolo, a qualche centinaio di studenti cosiddetti inattivi - ovvero che non hanno presentato domanda di rinuncia agli studi - il polo universitario comasco-varesino sta recapitando avvisi di pagamento per l’importo massimo della seconda rata, ovvero 2.500 euro.

Insomma per tanti studenti e rispettive famiglie si sta profilando, a pochi giorni dal Natale, un regalo decisamente poco gradito. L’avviso di pagamento - importante sottolinearlo (a scanso di possibili fraintendimenti) - è riferito alla seconda rata dell’ultimo anno di presenza attiva in università. A tutti gli effetti si tratta di “crediti inevasi” nei confronti di studenti che risultano formalmente iscritti nell’ultimo anno in cui è stata pagata la rata.

Alcuni hanno già pensato di rivolgersi al garante dello studente. C’è ad esempio un parere del garante dell’Università degli studi di Firenze (che risale al 2013) in cui viene messo nero su bianco il fatto che «la prescrizione delle tasse universitarie è quinquennale».

Sull’argomento si è espressa anche l’Aduc - Associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori - la quale ha ribadito nel 2016 lo stesso concetto. «Qualche dubbio l’avevamo anche noi, ma a quanto pare si tratta di una richiesta che prende le mosse anche da una decisione sul tema da parte della Corte dei conti - fa notare Luca Giorgetti, rappresentante degli studenti dell’Insubria -. L’ateneo in realtà non chiede il pagamento del tetto massimo della seconda rata, ma è disponibile a conciliare». La somma richiesta alla fine è di 1.016 euro.

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