Insubria, tra Como e Varese è rottura
Al vertice solo dispetti, insulti e astio

Il vicario Serra Capizzano: «Da Tagliabue solo freddezza». La replica del rettore: «Le divergenze troveranno composizione»

«Sinceramente? Non lo so». Il prorettore vicario di Como Stefano Serra Capizzano non saprebbe dire come sia nato il conflitto con il rettore varesino Angelo Tagliabue , finito sul tavolo della procura di Varese con la denuncia del primo verso il secondo, accusato di diffamazione e violenza privata.

«Posso solo riportare alcuni eventi – spiega Serra Capizzano – l’ho sostituito durante un periodo di malattia. Quando è tornato, ho percepito freddezza e astio. Poi ha smesso d’avere contatti istituzionali con me. Un esempio è stata la proposta di modifica dello statuto: io non ne sapevo nulla, ed ero l’unico a esserne all’oscuro, nonostante riguardasse la figura che ricopro».

L’inizio della frattura

A fine giugno 2020, causa convalescenza di Tagliabue per un intervento ospedaliero, Serra Capizzano diventò rettore pro tempore. Il conflitto si è però inasprito da febbraio 2021, quando il rettore varesino tentò di cambiare lo statuto. Da quel momento si sono susseguiti insulti pubblici ed estromissioni da riunioni. A Serra Capizzano, tramite decreto rettorale, sono state tolte tutte le deleghe. «In molti mi hanno manifestato solidarietà, ma in privato – continua il vicario lariano – da un lato fa piacere, dall’altro mi spiace constatare che ci sia timore a esporsi».

Per capire meglio il clima, c’è un episodio emblematico: il 14 giugno, a palazzo Cernezzi, il Comune e l’Insubria hanno organizzato una conferenza stampa per spiegare i progetti su alcuni luoghi strategici della città, fra cui la Santarella: «Nella convocazione ufficiale dell’ateneo - aggiunge Serra Capizzano – il mio nome non compariva. Ed è un’aberrazione, visto che si parlava di Como. Ero presente perché sono stato invitato dal sindaco Mario Landriscina ».

Gli ex alleati

Difficile una ricomposizione della frattura: «Io ci ho provato – precisa il prorettore comasco – ho chiesto per iscritto colloqui e non mi sono stati concessi. Ora mi scrive via mail informandomi formalmente di alcuni passaggi, senza però domandare il mio parere».

La situazione potrebbe indebolire la sede comasca? «I direttori di dipartimento hanno tenuto i piedi per terra e la struttura sta resistendo – conclude Serra Capizzano – però un indebolimento c’è, almeno simbolico. Prima, le adunate del Senato accademico e del Consiglio di amministrazione erano alternate fra le due sedi, mentre ora si tengono solo a Varese. Ci sono segnali preoccupanti».

Nell’estate del 2018, i due erano fianco a fianco nella vittoriosa elezione di quest’ultimo su Matteo Rocca per una trentina di voti.

Dal canto suo, il rettore Angelo Tagliabue ricorda come nell’ultimo periodo siano nate «divergenze istituzionali con il prorettore, che troveranno composizione nel proprio ambito naturale, cioè quello accademico». Verosimilmente, la questione potrebbe finire davanti a una commissione disciplinare. «Il lavoro di un’università in ascesa costante su tutti i fronti - continua Tagliabue - deve procedere lungo un alveo il cui faro è il progresso scientifico e il rispetto delle persone, per favorire la crescita dei nostri studenti, docenti e tecnici amministrativo in un ambiente sano e stimolante. L’università è la casa comune del progresso scientifico e del dialogo costruttivo, cui tutti noi dobbiamo tendere per vocazione naturale». Infine, ribadisce l’importanza delle sede lariana. «Sono in arrivo finanziamenti importanti nell’ambito del Pnrr che mettono la ricerca al centro della nostra attenzione, e Como è un polo d’avanguardia dal punto di vista scientifico».

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