La beffa per i ragazzi del Giovio
Niente gita e un voucher inutile

Un centinaio di ragazzi di quinta non si è presentato all’imbarco lo scorso aprile e ora l’agenzia non vuole rimborsare le quote versate

Non si sono presentati all’imbarco, niente rimborso per la gita scolastica: solo voucher, al limite. Piccolo particolare: era aprile 2020, quando salire su un aereo per l’estero era – per usare un eufemismo – un po’ complicato. Anzi, già raggiungere l’aeroporto.

Così al liceo scientifico e linguistico “Giovio” si è presentato il problema di quei viaggi azzerati e mai rimborsati appunto. Non per tutti i ragazzi, il 20% circa: un centinaio di studenti, spiega il dirigente scolastico Nicola D’Antonio, per lo più quelli delle quinte. E qui c’è il guaio del guaio: che se ne fanno dei voucher collettivi, quando ormai sono fuori dalla scuola? Senza contare che di questi tempi non viene proprio da pensare che nei prossimi mesi sarà così semplice poter effettuare delle gite con le classi.

«Nella maggior parte dei casi – precisa il preside– c’è stato esito positivo, cioè le agenzie hanno rimborsato oppure non era stato ancora emesso il pagamento. Per un gruppetto limitato di alcune agenzie lombarde non è stato così». Un circolo vizioso, perché arriva poi alle compagnie aeree e appunto alla difficoltà di farsi restituire le somme.

Questo perché – prosegue il dirigente – in un Dpcm era stato indicato che occorresse rimborsare e non emettere voucher collettivi. Qual è il nodo? Che poi non è stato convertito in legge e le agenzie che resistono, affermano a proposito dei viaggi interrotti ad aprile che allora il decreto non c’era e non è retroattivo.

La scuola aveva già affidato le somme, dunque non può ridarle alle famiglie: ci si trova immerse nella medesima difficoltà. «Abbiamo coinvolto il consiglio d’istituto – spiega il professor D’Antonio – e l’avvocatura di Stato. Siamo nella fase in cui le agenzie non ci rispondono».

Ci si rende conto benissimo che si sta parlando di un settore massacrato dalla crisi. Ma non è che questo debba ricadere su scuola e famiglie, il periodo è difficile per tutti. Parliamo anche di 350 euro, che di questi tempi – con molte persone in cassa integrazione se non in condizioni peggiori – non rappresentano una cifra a cui si possa dire addio a cuor leggero.

«Ci aspettiamo una soluzione legislativa – conclude il dirigente – Non si può parlare di voucher collettivi, tanto più per ragazzi di quinta, che dunque non sono più a scuola e non ne possono usufruire». Né il liceo – impegnato a far fronte alla pandemia anche con la didattica a distanza – in questo momento si può mettere a programmare gite scolastiche nei prossimi mesi. 

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