La spesa? È sempre più cara
Pasta, aumenti anche oltre il 50%

Prezzi raddoppiati nel giro di due mesi - I rincari interessano anche la frutta e il pane - Il confronto con uno scontrino dello scorso dicembre

Prendiamo una confezione di penne rigate da mezzo chilo del marchio di una grande e nota catena di supermercati. A dicembre, quindi prima dello scoppio della guerra e primi dei forti rincari sull’energia e sul grano, nei supermercati della provincia costavano 0,69 euro al pacco. Adesso, esattamente tre mesi dopo, costano 1.09 euro. L’aumento secco è del 58%, da capogiro.

Un altro esempio, con una pasta di una marca più famosa e di maggiore qualità. Scegliamo i fusilli, una scatola di cartone di pasta ad elica sempre da mezzo chilo. Alla fine del 2021 costavano 0,99 euro ed ora invece costano 1,29 euro. Quindi un 30% in più. Sia chiaro non è sempre così, nel senso che non tutti i prezzi sono davvero esplosi. Dipende dalle offerte e dai supermercati e come ovvio dipende soprattutto dalle marche.

Un altro tipo di pasta secca, sia le farfalle che i bucatini volendo essere precisi, sono passati da 0,78 a 0,84 euro per mezzo chilo, quindi un aumento del 7,7%. Situazione simile per le gallette di mais prodotte a nome di una catena di supermercati, da 1,38 euro al pacco a 1,45, più 5%. Più consistente l’aumento di una confezione da quattro mele, non sfuse, ma vendute con il cartone e la pellicola. Costavano 0,99 euro a dicembre adesso le stesse identiche mele, nella stessa catena di grandi alimentari vengono preparate a coppie in una confezione praticamente uguale. Costano ancora 0,99, ma sono due invece di quattro. E lo scontrino raddoppia. Anche il prezzo del pane ha subito una salita vertiginosa e come il pane tutti i derivati, anche la farina. Un sacchetto da un chilo di pane di grano dura costava 3,5 euro ed ora ne costa 5. Più 43% in tre mesi.

Tutti questi esempi non sono frutto di pura fantasia e non sono fatti su studi a base nazionale. La ricerca è molto più locale e veritiera. Una gentile famiglia comasca ha confrontato per noi gli scontrini delle spese fatte questa settimana con quelle fatte a inizio dicembre, a parità di prodotto. Il confronto è facile e possibile se si acquista tutto online dove rimane traccia dei prodotti con tutte le loro specifiche.

«Segnalazioni simili arrivano a noi – dice Mara Merlo presidente di Federconsumatori Como – i rincari sono molto pesanti su molti prodotti, pasta, farina e pane. Ma anche il pesce, c’è una forte salita delle frutta e una forte risalita della verdura».

Calcolando il caro benzina e le bollette energetiche quest’anno a Como una famiglia composta da tre persone spenderà in media 2.350 euro in più. Si tratta, almeno, di una proiezione che dà comunque idea delle proporzioni delle conseguenze del conflitto in Ucraina. Il vero problema infatti è che questi forti rincari a breve sono destinati a raggiungere cifre più elevate. Il blocco del grano e dei semi di girasoli già messo in atto dall’est Europa, dove si concentrano le grandi produzioni, ha innescato meccanismi d’accaparramento. Non tanto tra i cittadini che corrono a fare la spesa, ma soprattutto tra i grossisti. I direttori dei supermercati non possono già oggi comprare per i loro magazzini più di tot colli di questi beni contingentati.

Ma c’è chi sta acquistando comunque grandi quantità di farina, prodotti panificati oppure olio di semi per poi giocare al rialzo facendo di fatto speculazione. Il gioco è semplice: i prodotti che scarseggiano costeranno molto di più.

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