La tragedia del Tempio Voltiano
«L’avevo afferrato, ma l’ho perso»

Il racconto dell’operaio di Garbagnate Milanese unico a tuffarsi in acqua giovedì pomeriggio per tentare di salvare il giovane che stava affogando: «Mi si aggrappava e mi tirava giù, ho chiesto aiuto ma nessuno mi ha aiutato»

Como

La cronaca della tragedia costata la vita al giovane annegato giovedì di fronte al Tempio Voltiano è tutta nel racconto dell’unica persona che si sia mossa per tentare di salvarlo, un padre di famiglia originario di Casablanca, in Marocco. Si chiama Karib Marouane , e nonostante la comune provenienza quel ragazzo non l’aveva mai visto prima di giovedì: ha 40 anni, Karib, fa il metalmeccanico, vive a Garbagnate Milanese con la moglie e i due figli di sei e sette anni, ed è in Italia da una vita, in attesa di ottenere la cittadinanza.

«Ero sdraiato sul prato con mia moglie e con i bambini quando ho sentito urlare. Mi sono alzato e ho visto un ragazzo nel lago che chiedeva aiuto. Non ci ho pensato un momento. Sono saltato sul muretto, poi sulla spiaggia e mi sono tuffato... In acqua erano in due... Quello che chiedeva aiuto e il suo amico, che però a quel punto era già andato sotto. Mi sono immerso e ho cercato di raggiungerlo. Il lago è torbido, non è stato facile. L’ho visto, l’ho afferrato e l’ho riportato in superficie... Respirava, era cosciente, vivo ma si aggrappava, mi trascinava sotto... Ho chiesto aiuto, ho gridato, ché da solo non ce la facevo, ma dalla riva non si è mosso nessuno, non un’anima. Sembrava che stessero a guardare Netflix, tutti immobili... Cosa potevo fare? Mi sono fatto forza, ho tentato di sorreggerlo passandogli le braccia sotto le ascelle, ma è stato inutile... Quando ho capito che saremmo andati a fondo insieme l’ho mollato e sono tornato in superficie a respirare... Ho preso fiato e mi sono di nuovo immerso. Ma a quel punto era già sparito».

«L’acqua dolce è maledetta - prosegue Karib nel suo italiano perfetto -. Si va a fondo velocemente. E poi oggi il lago era sporco, visibilità nulla. Così ho continuato a cercarlo ma niente... Sparito. Non sapevo cosa fare. Sono tornato in superficie, ho chiesto di nuovo aiuto, gridavo, ero arrabbiato. “Fate qualcosa, muovetevi”... Niente... Poi è arrivata una prima barca, una imbarcazione piccola con due ragazzi a bordo che hanno dato un’occhiata al fondale e poi una seconda; allora sono salito a bordo e mi sono messo a cercare anch’io, finché sono stato raggiunto dai poliziotti».

Con gli agenti delle volanti Karib ha proseguito le ricerche rinunciando soltanto quando al Tempio Voltiano sono arrivati anche i sommozzatori dei vigili del fuoco, l’ambulanza, l’automedica. Le ricerche sono proseguite di fronte a quella stessa folla immensa per circa 40 minuti finché, poco dopo le 19 i sommozzatori hanno individuato il corpo del ragazzo trascinandolo a riva e affidandolo a medici e infermieri, che hanno avviato le manovre per cercare di rianimarlo, nonostante i 40 minuti trascorsi sott’acqua.

«L’acqua era torbida - dice ancora Karib - Là sotto, a quattro metri, non vedi niente. È andato giù come una pietra. Ho fatto quello che potevo ma non so darmi pace. Questa sera non dormirò».

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