Landriscina attacca la stampa
Ma la maggioranza non lo segue

Il primo cittadino: «Dai media solo chiacchiericcio inutile e disinformazione» Butti: «Il ruolo dei giornali non si discute». Locatelli: «Impariamo noi a comunicare meglio»

Se la prende con la stampa, ma la sua stessa maggioranza non lo segue su questa china pericolosa. Lo sbalorditivo attacco portato da Mario Landriscina agli organi di informazioni comaschi non raccoglie consensi nemmeno tra chi lo sostiene a Palazzo Cernezzi.

Ecco un florilegio delle sue dichiarazioni rese martedì sera a Etv. Lui «è concentrato sulle cose importanti», mentre i media fanno «disinformazione di ogni tipo», alimentano «chiacchiericcio inutile» e «situazioni deplorevoli sul piano del linguaggio e dei rapporti tra le persone».

E poi ancora: «La giunta di Palermo ha cambiato di botto sei assessori nella massima e serena indifferenza, come succede in tanti Comuni d’Italia, e non mi pare di vedere tutto questo clamore». Da noi invece, «non ci facciamo mancare niente sulle polemiche, sui veleni, sugli insulti».

Un attacco diretto alla stampa, a cui in buona sostanza intima il silenzio, portato proprio nel momento in cui, per l’ennesima volta, la tenuta politica della sua giunta si mostra traballante.

Le dimissioni dell’assessore Simona Rossotti, ribadite ancora ieri, aprono scenari che sono ignoti ai più, anche agli stessi protagonisti della politica comasca e agli alleati di maggioranza che ancora non sanno come intende muoversi il primo cittadino.

«I giornalisti vanno dove c’è la notizia, a volte la sollecitano pure, ma in tutto questo non vedo nessun chiacchiericcio - taglia corto il deputato comasco di Fratelli d’Italia Alessio Butti - Il ruolo della stampa non può essere messo in discussione, ed è giusta e doverosa l’attenzione prestata alle dinamiche del palazzo. E francamente trovo del tutto fuori luogo il paragone con Palermo». Le parole di Landriscina non trovano sponda nemmeno in giunta. Il vicesindaco Alessandra Locatelli è chiara: «Il ruolo della stampa è indispensabile, anche quando muove critiche, ci mancherebbe. Forse bisognerebbe imparare a comunicare di più e meglio, certo non è facile, ma uno scambio nel rispetto reciproco è sempre necessario. Io pure sono stata sotto attacco della stampa, non per questo ho smesso di parlare con i giornalisti».

Nessun bavaglio, ma più onestà intellettuale, invoca Patrizia Maesani: «Le critiche alla stampa possono starci, nella misura in cui anche la stampa ci muove critiche. Ma questo non vuol, dire mettere la mordacchia ai giornalisti- è il parere dell’ex capogruppo di Fratelli d’Italia - Però vedo che a volte c’è scollamento tra quello che si fa e quel che viene riportato. Allora dico che bisogna recuperare il rapporto interrotto, con più onestà intellettuale da parte di tutti, degli amministratori come dei giornalisti».

«Non posso credere che questo sia il pensiero di Landriscina a mente fredda - dice Alessandro Fermi, Forza Italia, presidente del Consiglio regionale - Il rapporto con la stampa, che può essere amichevole o conflittuale, fa parte della politica e da esso non si può prescindere. Dalle fila dell’opposizione, Federico Broggi, segretario provinciale Pd, sferra un attacco durissimo: «Il sindaco Landriscina ancora una volta preferisce attaccare gli altri invece di fare autocritica, una sana autocritica. Inutile dire che chi fa politica sia mediaticamente esposto al giudizio altrui e della stampa ed è ridicolo pensare che la stampa possa solo dir bene di un’amministrazione, senza avere il diritto di evidenziarne i limiti e i difetti. Affermare che i media facciano “disinformazione di ogni tipo”, equivale a pretendere un inchino di fronte a qualsiasi tipo di scelta e a pretendere che la stampa non svolga il proprio ruolo di critica e pungolo».

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