Le cartoline delle paratie
Duecento giorni e una svolta

Le 60.208 firme raccolte sono servite: addio all’azienda, nuova gara d’appalto e basta varianti. A marzo via le barriere e si completerà tutto per l’inizio del 2019

Duecento cartoline e una svolta.

È servito più tempo del previsto, ma le cartoline de La Provincia - firmate dalle 60.208 persone che hanno aderito alla campagna “Rivogliamo il nostro lago” - hanno portato i primi risultati concreti. Finalmente il percorso che dovrà portare alla ripresa dei lavori per le paratie si è sbloccato.

Presto per cantare vittoria, certo, eppure la voce dei comaschi ha dato la sveglia alla politica - prima si è mosso il Governo, poi la Regione - e qualcosa ora sta cambiando per davvero.

Il 30 settembre scorso, quando il contatore che pubblichiamo tutti i giorni nelle pagine di Cronaca era arrivato a 100 giorni dalla consegna delle cartoline a Roma, raccontavamo di una situazione di stallo e delle continue liti tra gli enti coinvolti nella questione paratie. I cento giorni successivi, quelli che ci hanno portato all’appuntamento odierno, sono invece stati un susseguirsi di novità e sorprese. Ecco perché si può parlare di svolta, di quello scatto chiesto dai cittadini che hanno aderito in massa all’iniziativa de La Provincia.

Risale al primo ottobre, infatti, l’ultimatum della Regione al Comune, nato dallo stallo sul nuovo direttore dei lavori: trovatelo entro dieci giorni - intimano da Milano - o ci riprendiamo il cantiere. La nomina non arriva e il compito di realizzare l’opera sul lungolago viene revocato al Comune l’11 ottobre. La Regione affida il cantiere alla società Infrastrutture lombarde, il nuovo direttore lavori è Alessandro Caloisi, il responsabile del procedimento Guido Bonomelli. Un cambiamento radicale, visto che per dieci anni il pallino era stato in mano a Palazzo Cernezzi.

Ma non è finita qui. Sta per partire il processo che coinvolge, tra gli altri, i dirigenti comunali Pietro Gilardoni e Antonio Ferro (prima udienza il 24 novembre), quando la giunta decide - dopo un dibattito interno a tratti aspro - di costituirsi parte civile. L’8 novembre si dimette Gilardoni.

I tecnici regionali effettuano un primo sopralluogo sul lungolago il 30 novembre, nei giorni successivi scattano interventi per abbellire l’area di cantiere.

Il 15 dicembre il Tar sospende l’ordinanza di demolizione di alcune opere firmata dalla Provincia e contestata dal Comune, lo stesso giorno il sindaco Mario Lucini viene interrogato per nove ore dal pm titolare dell’inchiesta Pasquale Addesso.

Ma la data più importante è quella del 20 dicembre, il giorno in cui la Regione rescinde ufficialmente il contratto con Sacaim. Secondo gli esperti dell’ente non ci sono margini per una variante al progetto - era la strada imboccata dal Comune, bocciata da Anac e Procura - ma bisogna dire addio all’azienda veneziana e far ripartire i lavori alla fine del 2017. Maroni, a Como due giorni prima di Natale, annuncia una serie di interventi per ridurre l’impatto delle recinzioni di cantiere.

A marzo via le barriere, bisogna completare tutte le opere sul lungolago per l’inizio del 2019.

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