L’igiene per difendersi dal contagio
Studio su 43mila studenti delle primarie

La trasmissione del Covid-19 ridotta del 14% nelle scuole interessate dal progetto - «Il lavaggio di mani e superfici è una misura che ha un peso in una pandemia così complessa»

Como

L’igiene come prima arma con cui difendersi dal Covid, a partire dalle buone e sane abitudini da insegnare alla scuola elementare. È questo quanto emerge da uno studio condotto dal professor Carlo Signorelli, epidemiologo lecchese e direttore della scuola di specializzazione in igiene e medicina preventiva dell’Università Vita-Salute del San Raffaele di Milano, insieme alla collega Anna Odone e al medico specializzando Lucia Bricchi.

«Sensibilizzando allievi e personale scolastico sulle misure igienico-sanitarie – spiega Signorelli - si è registrato un calo del 14% di infezioni da Covid-19. In una pandemia così complessa, le misure più semplici di educazione sanitaria come il lavaggio delle mani e delle superfici sono delle iniziative che hanno un peso e continuano ad averlo».

L’iniziativa

Lo studio, portato avanti nel mese di ottobre dello scorso anno, quindi durante la seconda ondata, è stato pubblicato sulla rivista scientifica Acta Biomedica. Ha coinvolto di 43mila studenti in 140 scuole primarie della regione, comprese alcune scuole della provincia di Como.

L’obiettivo era verificare l’impatto dell’igiene, e dei processi informativi ed educativi sugli studenti delle scuole, rispetto alla diffusione del contagio da Covid. Il risultato è stata una riduzione del contagio pari al 14% nelle scuole interessate dal progetto educativo “Igiene Insieme”, che ha visto la distribuzione in 8mila scuole dell’infanzia e primarie d’Italia di prodotti per l’igiene e materiali didattico-informativi a insegnanti e studenti, rispetto alla media regionale.

«L’igiene – prosegue Signorelli - nelle scuole riduce il contagio. L’informazione e la formazione corretta, anche nei più piccoli, sulle misure di prevenzione sanitaria semplici funzionano, ma serve un cambiamento culturale. Nelle scuole si è parlato poco di promozione della salute e prevenzione delle altre infezioni e i bambini ne hanno pagato il prezzo con molta didattica a distanza. Nel lungo periodo dovrebbe esserci un cambiamento culturale nella prevenzione perché questi comportamenti non si limitino solo per la pandemia, nell’interesse della salute di tutti». Lo studio si è articolato in un’osservazione di carattere empirico in 140 scuole della Lombardia aderenti al progetto di Napisan “Igiene Insieme” che hanno fornito i dati riguardanti le nuove infezioni da Covid-19 degli alunni. La scelta del team di ricerca è ricaduta sulle strutture scolastiche della Lombardia, regione tra le maggiormente esposte alla diffusione del virus in Italia.

Cosa dicono i numeri

Nelle scuole parte del progetto si è avuta un’incidenza pari a 643 casi di Covid calcolati su 100mila abitanti, mentre nelle scuole osservate contro 747 su 100mila abitanti della stessa fascia d’età in Lombardia. «Alla luce dei risultati ottenuti – conclude Signorelli - emerge un’importanza sempre più stringente della prevenzione e dell’educazione, già fondamentale in qualsiasi ambito della nostra vita, con particolare riferimento all’igiene».
S. Sca.

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