L’impresa di Nives e Romano
Tutti gli Ottomila in coppia

La grande alpinista sarà a Lecco mercoledì 24 maggio al teatro della Società con il filosofo Adriano Pessina per le Primavere del nostro giornale.
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La tigre di alta montagna, che ha per artigli i ramponi sotto le scarpe d’alta quota - per usare la definizione cucitale su misura da Erri De Luca - ce l’ha fatta, ha realizzato il suo sogno. Quello di raggiungere tutti i giganti della terra insieme al marito. Perché a farlo da sola, lei, ci aveva già rinunciato qualche anno fa, quando decise di interrompere la corsa per aspettare Romano Benet, quel compagno a cui la unisce una cordata di vita, costretto a fermarsi per una malattia di quelle toste. Ma l’obiettivo, dopo due anni di stop, è arrivato per entrambi insieme, più forte che mai. E ieri, alle 9 ora locale, i due sono arrivati in cima alla “Dea dell’abbondanza”, come i nepalesi definiscono questo colosso himalayano che mancava all’appello. L’Annapurna (8.091 m) era infatti l’ultimo dei quattordici Ottomila, che chiude la sfida sul tetto del mondo, portando il duo Benet-Meroi nella rosa dei record. Grazie a loro risulta infatti italiana la prima coppia ad aver compiuto l’impresa (quarta donna del pianeta).
Nives Meroi sarà a Lecco mercoledì 24 maggio alle 20.45 al Teatro della Società per le Primavere del nostro quotidiano, e dialogherà con il filosofo Adriano Pessina. L’ingresso è gratuito. ISCRIVETEVI QUI

Una cordata d’amore

E il mondo alpinistico applaude con orgoglio ancor più grande, perchè quella “ragazza” minuta dallo sguardo dolce ma dalla grinta decisa la sente un po’ come sua. Nives Meroi è infatti nata a Bonate Sotto 56 primavere fa; trapiantata per amore a Tarvisio, è fra gli 11 bergamaschi ad aver salito l’Everest (la prima italiana e la terza della storia) e il legame con la sua Bergamo l’ha sempre mantenuto forte. Non a caso sul gigante della Terra, dieci anni fa, ci era arrivata anche con Nadia Tiraboschi e Davide Borlin.

Le dichiarazioni di Nives arrivano in Italia - come si può immaginare - essenziali e asciutte, come obbligano le comunicazioni satellitari in questi casi. Ma alla sorella Leila qualche dettaglio lo ha voluto comunque regalare. “E’ stata la salita più impegnativa ma anche la più bella. - Sono le parole della Meroi - L’ascensione dell’Annapurna incarna in pieno il nostro modo di vivere la montagna: abbiamo lavorato di squadra con gli spagnoli, pestato neve alta fino alla cintola, portato su e giù la nostra tenda, faticato tantissimo».

Perché i due il record lo hanno siglato in stile alpino, come piace a loro, senza portatori e senza ossigeno. Cinque i campi d’alta quota allestiti lungo la scalata dalla via tradizionale, la via dei Francesi. Nel buio l’attacco finale, partito da quota 7.200 metri, in una notte di luna, ideale per raggiungere la cima. Poi la discesa sino a campo 4, mentre quella a valle avverrà nelle prossime ore e potrebbe richiedere un paio di giorni. Perché c’è da riprendere le forze e Benet non lo nasconde quando confessa di essere sfinito. Ma con lui c’è Nives, in una cordata che sa di bella storia d’amore, di quelle che lasciano senza fiato. E per loro - abituati a muoversi dove l’aria è sottile - non è certo solo una metafora. Era stata Nives stessa a raccontarlo a Erri De Luca per per il suo libro.

«Una lumaca col suo guscio»

«Ho Romano con me, ho l’amore. Quassù - diceva riferendosi alle montagne - ho la famiglia. Sono una lumaca che va con il suo guscio». C’è da immaginarseli poche ore fa, là insieme sulla cima dell’Annapurna, con quel loro modo solito di procedere, con quelle loro mosse condivise, come era l’amore di una volta e come ben sanno quanti scalano insieme. È un’intesa fatta di parole scarse.

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