L’epidemiologo: «A Como
l’epidemia è più intensa»

Il dottor Lavecchia all’Ansa: «La Lombardia è divisa in due». Il Lario con Milano, Monza e Varese

L’epidemia da Covid-19 in Lombardia non è uniforme, ma è più intensa a Milano, Monza, Varese e Como, mentre lo è meno a Bergamo, Brescia e Lodi. A fare il punto con l’ANSA è Carlo La Vecchia, professore di Statistica Medica ed Epidemiologia all’Università degli Studi di Milano.

«Nella regione non tutte le aree sono colpite in modo uguale - sottolinea -: Bergamo, Brescia e Lodi oggi sono meno caricate perché probabilmente lo sono state molto in primavera, mentre la situazione più difficile attualmente è a Milano, Monza, Varese e Como». I dati degli ultimi giorni indicano, per l’esperto, «che la salita dei casi è stata mediamente più bassa rispetto ai giorni precedenti». Tuttavia ci sono alcuni dati che vanno monitorati con attenzione. «La percentuale di positività nei tamponi effettuati in Lombardia, fino a ieri, era del 18%, contro una media nazionale del 14%. Inoltre c’è anche da considerare che una parte dei tamponi positivi arriva da quelli fatti non su chi ha sintomi, ma dagli screening su chi ha avuto contatti con positivi, e qui la positività è del 10%». Ciò indica, secondo l’esperto, che l’epidemia «è molto diffusa in Italia e non è impossibile che oggi il 3-5% della popolazione italiana sia positivo al coronavirus. E’ quindi molto importante limitare i contatti». Quanto alla divisione delle regioni in diversi gradi di gravità e conseguenti restrizioni, conclude La Vecchia, «non è una scelta irragionevole dal punto di vista sanitario. Il vero dramma di questa seconda fase non sono i casi gravi, ancora sotto controllo, ma il sovraccarico dei pronto soccorso, perché non sono state create altre strutture, e i medici ormai stremati».

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