Lo spettro del Covid sul Natale comasco
Balocchi, attesa per il piano sicurezza

Distanziamento, percorsi pedonali differenziati, accesso alle principali attrazioni - Il Comune chiede garanzie. Gli organizzatori: «Stiamo lavorando con il massimo impegno»

Como

C’è un po’ di tensione dalle parti dei Balocchi. Il weekend di esordio (27 novembre) è dietro l’angolo e i dettagli da mettere a punto sono ancora parecchi, specie alla luce della velocità con cui la pandemia ha ripreso a correre.

Entro le prossime 48 ore in Comune si aspettano che l’organizzazione del Consorzio Como Turistica presenti un piano della sicurezza quanto più possibile dettagliato. Lo stesso piano dovrà poi superare lo “scrutinio” e dell’amministrazione e del Comitato per l’ordine e la sicurezza presieduto dal prefetto, cui spetta l’ultima parola. Si tratta di orchestrare un sistema di controllo di accessi e flussi di pubblico tale da garantire il massimo del distanziamento possibile, fermo restando il caos che di nuovo regna sovrano sotto il cielo della pandemia, in cui quel che vale oggi potrebbe non valere più domani.

I problemi sono tanti, come conferma indirettamente anche Daniele Brunati, da 25 anni “patron” della manifestazione natalizia. «Lavoriamo alacremente in grande sintonia e in contatto costante con il Comune», dice. C’è da correre, visto che il bando è stato aggiudicato da poco più di una settimana e il tempo a disposizione scarseggia: «Monitoriamo costantemente l’andamento dei contagi. Del resto - aggiunge l’organizzatore - quello che stiamo predisponendo è un piano che deve potersi aggiornare costantemente».

I nodi al pettine sono diversi: c’è per esempio da capire dove collocare la Giostra che da sempre l’organizzazione installa in piazza Volta ma che quest’anno in piazza Volta non potrà stare, visto l’incremento di tavoli e sedie dei bar, autorizzati ad ampliare la superficie occupata; si ipotizza di sistemarla in piazza Grimoldi, tra via Macchi e la chiesa di San Giacomo. C’è da decidere dove e se montare la ruota panoramica che a quanto pare, stante il numero di casette, non potrà svettare dai giardini Mafalda di Savoia, come ha sempre fatto (potrebbe andare tra il Tempio Voltiano e il monumento ai Caduti, ma chissà). C’è da studiare flussi e deflussi dei visitatori lungo percorsi che scongiurino il rischio di assembramenti pericolosi, magari anche tornando alla formula dei sensi unici cui fu fatto ricorso lo scorso anno. «Siamo in attesa», dice l’assessore Elena Negretti, anche lei preoccupata oltre che dall’andamento della pandemia, dalla prospettiva di dover apportare correttivi all’ultimo momento: «L’organizzazione - aggiunge l’assessore - ha presentato una serie di quesiti ai quali in queste ore gli uffici comunali stano lavorando. Il tempo stringe».

In città murata, intanto, sono già stati installati i pali che sosterranno l’illuminazione. Non ci saranno le luci animate di due anni fa ma i palazzi saranno comunque “colorati”. La speranza è che la curva del contagio rallenti, che aumenti il numero delle terze dosi (e per alcuni anche delle prime) e che prima o poi si riesca davvero a uscire dal lungo incubo del Covid.

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