Lucini: «Ero contrario alle paratie
Ho sempre difeso l’interesse della città»

Lungo interrogatorio dell’ex sindaco: «Sacaim? Decidemmo di mantenere il contratto per evitare un contenzioso»

«Per me, in quanto Mario Lucini, che il rapporto con Sacaim fosse o meno da risolvere non faceva alcuna differenza. Ma come sindaco no. Come sindaco ritenevo di gran lunga più vantaggiosa la possibilità di mantenere in vigore il contratto tramite una perizia di variante. Perché da una risoluzione avrebbe tratto beneficio soltanto l’impresa, mentre l’amministrazione si sarebbe esposta al rischio di un contenzioso... Lo pensavo allora e continuo a pensarlo oggi. Non è capitato nulla che mi abbia indotto a cambiare idea».

È un po’ tutta qui, in questo pensiero formulato dopo circa quattro ore di botta e risposta con il pubblico ministero Pasquale Addesso, la sintesi della lunghissima deposizione resa ieri davanti al tribunale dall’imputato Mario Lucini, sindaco dal 2012 al 2017, accusato - come ormai sanno anche i muri - dei reati di falso, abuso d’ufficio e turbata libertà nella scelta del contraente in relazione alla vicenda paratie, per non avere proceduto, tra l’altro, alla rescissione del contratto con l’azienda veneziana che avrebbe dovuto realizzare il piccolo Mose comasco.

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