L’università restituisce le chiavi
«Santa Teresa non ci serve più»

Già dormitorio per gli studenti, l’ex convento torna al Comune - L’assessore: «Colti di sorpresa, ma a breve decideremo cosa farne»

Como

All’Insubria non interessa. Così, Santa Teresa, la residenza per universitari chiusa da sei anni, torna nelle mani del Comune.

Giovedì la giunta è stata informata della volontà dell’università di riconsegnare l’immobile. La precedente amministrazione all’inizio del 2016 aveva affidato all’ateneo le chiavi della palazzina che aveva chiuso i battenti nell’estate del 2013, a seguito di un cambio di gestione. I 36 posti letto da allora sono rimasti inutilizzati.

«La comunicazione da parte dell’Insubria non è motivata e nel rispetto del contratto non ci è stato dato il preavviso di almeno sei mesi - spiega l’assessore al patrimonio Francesco Pettignano -. Comunque sia va bene, ritireremo l’immobile e a breve decideremo cosa farne».

La convenzione, in comodato gratuito, durava 12 anni. Il precedente rettore Alberto Coen Porisini aveva più volte dichiarato di voler finanziare una riqualificazione dello stabile per dotarlo di servizi, in particolare di cucine, più funzionali per gli studenti, ma i lavori non sono mai partiti. Nei mesi precedenti era andata in scena una lunga contesa tra l’università e il Comune per i permessi, bolli, carte e certificazioni per l’uso della residenza. Un luogo che è bene pubblico non di poco conto: ci sono 36 posti letto, 17 stanze, di cui otto al primo piano, sette al secondo e due al terzo, con un salone polifunzionale proprio al centro della città.

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