Maiocchi ferma 14 cantieri e 500 operai
«Prima la salute, ripartiremo più forti»

L’azienda comasca blocca tutto per due settimane: «Non c’erano le condizioni» - E il presidente scrive a tutti i suoi dipendenti: «Ora deve prevalere il senso di responsabilità»

Si possono chiudere 14 cantieri e fermare 500 operai, sapendo che ora è la cosa più giusta, per quanto difficile. E che si ripartirà più forti di prima. Un messaggio che Angelo Maiocchi ha mandato a tutti i collaboratori.

In questi giorni Ance Como ha rimarcato con il presidente Francesco Molteni: l’impresa ha una funzione sociale e sospendere le attività nei canteri è un’azione di responsabilità sociale. La filiera è unita e la Nessi & Majocchi non ha esitato a fermare l’attività, diffondendo anche una lettera a tutti i dipendenti. «Ne abbiamo 14, di cantieri – conferma Angelo Maiocchi – tra il lago di Como e Milano, a cui lavorano 500 persone. Abbiamo deciso così perché è un’assunzione di responsabilità».

In diversi settori, le imprese hanno manifestato la paura di perdere i clienti. «Se uno è bravo – risponde il presidente della storica azienda – non perde il mercato. Noi ci siamo detti: fermiamoci per due settimane. Non ci sono le condizioni per lavorare. Poi certamente chi si occupa di presidi medicali o di alimentari, continua». Nei cantieri era complesso operare: «I lavoratori sono a stretto contatto – spiega ancora l’imprenditore – anche negli spogliatoi gomito a gomito». Pur con tutti i dispositivi di protezione, è difficile restare sereni: «È una questione di responsabilità, innanzitutto, etica e morale, oltre che giuridica. Ci siamo confrontati con i committenti e abbiamo trovato piena condivisione di questa decisione».

La Nessi & Majocchi stava realizzando opere importanti, ad esempio la Torre Milano nel capoluogo lombardo. «Prima la salute – taglia corto il presidente– Ripartiremo più forti di prima».

Ecco allora la lettera che Angelo Maiocchi ha mandato a tutti. Parte dalla riconoscenza: «In queste settimane di grande tensione e preoccupazione per lo sviluppo pandemico del Coronavirus, sento il dovere di ringraziare personalmente e a nome del papà tutti i nostri dipendenti e collaboratori che hanno continuato ad operare con professionalità sul campo» e aggiungendo «Grazie per il vostro entusiasmo e la vostra passione professionale, grazie per la vostra fiducia e l’attaccamento al lavoro che avete dimostrato in questi giorni di forte incertezza».

In azienda si è una grande famiglia. Ma proprio per questo si è affrontata una riflessione: «È nostro dovere tutelare non solo la nostra salute ma anche quella dei nostri cari, della società e dell’ambiente in cui viviamo. Nell’ultima settimana abbiamo introdotto una serie di precauzioni per mettere in sicurezza le persone nei cantieri e nel nostro ufficio, tuttavia dobbiamo prendere atto che non ci sono le condizioni per poter proseguire». Così viene ribadito: «Il senso di responsabilità e l’agire per il bene comune devono prevalere».

Stop dunque in ufficio e in cantiere per due settimane, «o quanto sarà necessario». Operative solo alcune aree tecniche e amministrative con smart working per dare assistenza ai clienti e garantire servizi gestibili da remoto.

La conclusione suona come una promessa: «Ci impegneremo affinché questa difficile decisione, che sono certo sia da tutti condivisa, crei il minor disagio possibile a voi e alle vostre famiglie… Uno sforzo eccezionale che dobbiamo fare e chiedervi affinché potremo tornare al lavoro più forti di prima. Un abbraccio (da lontano)».

© RIPRODUZIONE RISERVATA