Mancano prof, ecco i baby supplenti
«Che emozione stare dall’altra parte»

Le storie dei tanti giovanissimi chiamati a insegnare negli istituti comaschi

«Rifarei questa scelta altre cento volte». Non hanno dubbi i giovani supplenti lariani: scegliere di rispondere alle chiamate degli istituti, in alcuni casi a corto di personale anche per a pandemia, è stata un’ottima decisione.

Molti di loro sono iscritti alla laurea specialistica e, nell’attesa, hanno deciso di mettersi alla prova con entusiasmo.

Vittoria Barillari , per esempio, ha 22 anni e ha terminato la laurea triennale a Trieste. Originaria di Udine, si è iscritta alla magistrale in Filosofia: «In Friuli ho cominciato – racconta – lì ho fatto le prime supplenze. Poi, per ragioni di cuore, dopo un mese, sono venuta a Como». Al momento, ha terminato un periodo di tre settimane alle elementari di via Perti: «Mi sono trovata benissimo – aggiunge – anche a livello umano, con le colleghe sono andata molto d’accordo. Adesso, l’istituto comprensivo Como Centro mi ha proposto una supplenza fino a fine anno, sempre alla primaria».

Le materie insegnate sono state geografia, scienze, matematica e geometria. «In generale – continua – quando ho cominciato, è stato molto strano. Mi sono ritrovata giovanissima seduta dietro la cattedra e, volenti o nolenti, ho iniziato a guardare il mondo da quel punto di vista».

I racconti

Per certi versi, è come entrare nel mondo degli adulti: «Devo ringraziare le mie colleghe di ruolo – sottolinea la docente – mi hanno insegnato molto. Poi, ovviamente, bisogna muoversi in maniera autonoma e gestire, per esempio, le interrogazioni e la classe. Per me c’è un valore aggiunto: essendo un po’ ribelle, fino a metà liceo la mia esperienza è stata un po’ complessa. Passare dall’altra parte è stata una rivincita e un riscatto: lo rifarei altre volte».

Francesco Cavalleri , 24 anni, iscritto alla magistrale di Fisica dell’Insubria, insegna fisica e informatica al Gallio. Ha però cominciato al Giovio, il liceo dove lui stesso aveva studiato: «È stato bello tornarci – racconta – avevo tenuto i contatti con alcuni professori e ho chiesto loro consigli. Ora sono al Gallio e mi trovo molto bene anche qui: ci sono molti insegnanti giovani e mi sono sentito accolto».

Le scelte

La decisione è arrivata alla fine dell’estate scorsa: «Avevo finito gli esami e dovevo solo concludere la tesi – aggiunge – non so se sarà quello che farò nella vita, però ho deciso di provare. E l’esperienza è positiva: il primo mese ho dedicato tantissimo tempo alla preparazione delle lezioni, tanto che ho dovuto sospendere il mio lavoro sulla tesi. Ora sono più rodato nei meccanismi».

Gaia De Masi , 25 anni, è specializzanda in Scienze pedagogiche e laureata in Scienze dell’educazione e triennale. «Sono alle elementari di via Brambilla da tre anni – spiega – è una bella esperienza e una grande opportunità. Io sono originaria della provincia di Salerno, ma un pezzo della mia famiglia risiede qui».

Dopo aver insegnato in terza, ora ha da due anni la stessa classe: «Le mie materie sono musica, arte, geografia, tecnologia e storia in una seconda – conclude – sono contenta perché c’è una sorta di continuità. Sono anni molto belli: è un plesso che opera molto tramite progetti e laboratori. È una scuola del fare».

© RIPRODUZIONE RISERVATA