Materassini e teli, come al mare. Tempio e viale Geno: è Como Beach

I bagnanti Il lago in ritirata lascia scoperte ampie porzioni di sabbia Turisti e stranieri ne approfittano

Proprio sotto al cartello del divieto di balneazione, un signore spinge il passeggino e tiene per mano un bambino co indosso un costume. Porta con sé diversi gonfiabili: un salvagente, due braccioli e un piccolo materassino. Sembra essere pronto per recarsi in spiaggia: in effetti, la lingua di sabbia retrostante il Tempio voltiano, lo è diventata. I bagni e i tuffi sono vietati, e gli avvisi sono ben visibili, tradotti peraltro in diverse lingue. Ma le persone, quasi la totalità turisti, non rinuncia a stendere il proprio telo e accomodarsi a prendere il sole: mancano solo gli ombrelloni, altrimenti potrebbe sembrare a tutti gli effetti un lido. I frequentatori sono sia giovani stranieri sia famiglie. Queste ultime, spesso, si attrezzano portando con sé anche palette e secchiello. Il numero è molto alto, tanto che arriva a coprire quella porzione di terra compresa fra il tempio e il Monumento ai caduti, creata dalla siccità e dall’assenza di piogge. In questo caso, il cattivo odore non scoraggia gli avventori che, imperterriti, restano sdraiati a favore di sole.

Un’altra “spiaggia” frequentata è quella in fondo a viale Geno, di fronte a dove viene parcheggiato il battello spazzino. Le persone, anche in questo caso per la maggior parte turisti e stranieri, ne approfittano per fare il bagno. Nel prato vicino, alcune signore anziane si sono portate la sdraio e si sono accomodate all’ombra. Altre ragazze, invece, si sono messe in costume, cercando di sfruttare la bella giornata per abbronzarsi. Nello spazio verde adiacente alla fontana, invece, una quarantina di persone ha steso il proprio telo, mentre una decina di giovani, in costume, si sono presi il getto d’acqua.

Nonostante i cartelli, in bella evidenza collocati in diversi punti della città, i bagni non s’interrompono. La violazione del divieto può costare una multa da 25 fino a 500 euro, senza considerare la possibilità di contrarre malattie. Fino ad adesso, non sono serviti a proibire una pratica che, ogni anno, costa la vita a qualche giovane in arrivo da fuori città. La zona preferita resta quella dei giardini a lago: i militari spesso richiamano le persone a gran voce, invitandoli a uscire dall’acqua. Ieri pomeriggio, di fianco al battello spazzino ancorato, una manciata di turisti nuotavano e s’immergevano nel lago. Intanto, a Como ieri il caldo era torrido, con punte di 34 gradi. Alla funicolare, i turisti hanno deciso di mettersi in coda in piazza De Gasperi sfruttando l’ombra dei portici. Sulla passeggiata di viale Geno, invece, le persone stavano assiepate sotto gli alberi: troppo forte il sole del pomeriggio.

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