Maxi frode del nichel
I coniugi di Como
restano agli arresti

Il Tribunale del Riesame ha respinto il ricorso degli avvocati. Sotto sequestro villa in Spina Verde gioielli e tre auto tra cui una Porsche

Il Tribunale del Riesame di Milano ha respinto il ricorso degli avvocati di Antonio Sedino, 46 anni, e della moglie Elisa Cristhal Zanarotto, 30 anni. Il primo si trova in carcere dal 19 gennaio scorso, la seconda agli arresti domiciliari nella villa di Albate che le fiamme gialle hanno sequestrato a lei e al marito.

In attesa di conoscere le motivazioni della decisione, resta il dispositivo che dà sostanzialmente ragione alla Procura cittadina e ai finanzieri del nucleo di polizia economico finanziaria di Como che hanno eseguito la custodia cautelare per i coniugi di Albate. Lui con l’accusa di truffa aggravata, autoriciclaggio e abusivismo finanziario, lei “solo” con quella di autoriciclaggio e abusivismo finanziario.

I coniugi sarebbero riuscito a rastrellare, secondo l’accusa, oltre 4 milioni in poco più di due anni. E lo avrebbero fatto con un vero e proprio gioco di prestigio: presentandosi a facoltosi aspiranti investitori per vendere loro «carta straccia», per dirla con il giudice delle indagini preliminari firmatario dell’ordinanza di custodia cautelare.

Secondo le indagini della Guardia di finanza, Sedino avrebbe convinto circa 160 persone del fatto che la società sua e della moglie, la Ixellion con sede in Estonia, fosse legata commercialmente a importantissime aziende quotate al Nasdaq (l’indice hi tech di Wall Street), e che fosse pure in procinto di sbarcare sul mercato azionario europeo (in particolare,tra le altre, alla Borsa di Francoforte, di Monaco, di Parigi e Vienna). L’imminente quotazione - nell’affabulazione che il presunto manager avrebbe venduto agli investitori - avrebbe consentito a chi si fosse mosso per tempo di ritrovarsi ben presto in possesso di azioni il cui valore sarebbe potuto anche raddoppiare, rispetto all’investimento iniziale, una volta partite le quotazioni.

Peccato che l’approdo in Borsa non sia mai avvenuto e che alcuni investitori si siano fatti avanti dapprima per chiedere spiegazioni, quindi rivolgendosi alle fiamme gialle.

Grazie all’imponente raccolta di “investimenti”, tutti girati poi su un conto corrente in Germania, la coppia di Albate sarebbe riuscita a garantirsi un «ricco stile di vita fondato unicamente sulle disponibilità illecitamente ottenute dagli investitori». I proventi di quel ricco stile di vita sono finiti tutti sotto sequestro. E in particolare i finanzieri hanno messo i sigilli al la villa immersa tra gli alberi del parco della Spina Verde - valore poco sotto il milione di euro - una Porsche, un’Audi, una Bmw, i conti corrente - su cui però finora sarebbe stato trovato poco - ma pure i gioielli sequestrati in casa alla moglie di mr Sedino.
P.Mor.

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