Mense scolastiche a Como: «Con una sola cucina caleranno le tariffe»

La promessa dell’assessore Magni alle famiglie. Comune, taglio dei costi di 400mila euro, per i genitori si stima un risparmio del 15%

Con il nuovo centro di cottura le tariffe verranno ribassate e, secondo il Comune, il bilancio per la ristorazione tra entrate e uscite andrà in positivo. Non ci sono cifre ufficiali, ma da Palazzo Cernezzi ipotizzano una riduzione pari al 15%. Si tratta di una promessa, ripetuta però a più riprese dal vice sindaco Silvia Magni e dal dirigente comunale del settore istruzione Massimo Patrignani durante commissioni consiliari e assemblee pubbliche convocate per spiegare la razionalizzazione dei centri cottura presenti in città.

Al momento le cucine sono 17, sparse nelle scuole di Como, e necessiterebbero di interventi di ristrutturazione poiché non rispettano più le norme sulla sicurezza. Invece, la decisione dell’amministrazione comunale, è quella di concentrarle in una sola grande cucina nella primaria di via Isonzo.

Come si arriva al dato del 15%? Il servizio di refezione è economicamente in buona salute, le entrate nell’ultimo anno per oltre 4.500 pasti al giorno sono state pari a 2 milioni e 400mila euro (si tratta dei pagamenti delle famiglie). I costi, invece, arrivano a 2 milioni e 700mila euro, pari cioè all’87%. Ma con un solo centro cottura l’amministrazione comunale stima un risparmio netto di 338mila euro, che deriva principalmente dal taglio del personale. Si tratta di circa 40 persone che ogni anno vengono assunte con contratto semestrale in base alle necessità e al numero degli alunni iscritti al servizio mensa. Non solo, Palazzo Cernezzi conta di risparmiare anche nella contrattazione delle derrate anche per motivi logistici. Messe sulla bilancia entrate e uscite, quindi, tornano in pareggio con possibilità di arrivare in utile.

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