Migranti, il campo resta aperto
In cinquanta giorni 1.300 ospiti

Più della metà delle persone entrate nel campo di via Regina sono stati minorenni

Lunedì 19 settembre, alle 8 di mattina, nel parco della stazione San Giovanni, c’erano circa 300 migranti, in buona parte etiopi di etnia Oromo, che non avevano alcuna intenzione di entrare al nuovo centro di accoglienza temporaneo realizzato in via Regina. Oggi, a distanza di 50 giorni e dopo lo sgombero, lo spazio verde dello scalo ferroviario, presidiato costantemente dalle forze dell’ordine, non è più luogo di accampamento mentre il campo governativo, gestito dalla Croce Rossa, lavora a pieno regime.

Dall’apertura, secondo i dati della Prefettura, sono transitati, anche per poche ore, 1.292 migranti, di cui 797 minori. Ieri le presenze erano 232 (64 uomini, 14 donne, 132 minori stranieri non accompagnati, 9 nuclei famigliari). In generale, in questi 50 giorni la grandissima parte delle persone si è fermata poco, solo alcuni giorni.

A causa di questa mobilità continua, sono una piccola parte quelli su cui è stato possibile strutturare dall’inizio alla fine un percorso con orientamento sulle opportunità di protezione, ricostruzione della propria storia e accompagnamento. Si stimano in 350 (compresi i presenti, di cui in parte andranno verificate le intenzioni) i migranti cosiddetti stanziali. Di questi, 40 hanno presentato richiesta di asilo e sono stati ricollocati nei centri già attivi in provincia. Un centinaio sono in procinto di cominciare o concludere un percorso di protezione internazionale. Sulla durata del campo la prefettura specifica come quella del 31 dicembre non sia una dead line: continuerà finché sussisteranno le necessità. E, visti i numeri (solo a ottobre si sono contati 2.300 respingimenti dalla Svizzera), è difficile pensare a una chiusura entro fine anno.

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