Monete, ecco il progetto per esporle
Il ministero punta sulle “Orfanelle”

Trasmesso al Comune il piano della Soprintendenza dopo il “ no” al Broletto - Sul premio per il ritrovamento è sempre muro contro muro. Il caso di un’asta a Zurigo

Como

La Soprintendenza regionale ha fatto avere al Comune di Como il suo progetto per l’esposizione delle monete di via Diaz all’interno dello spazio espositivo che si vorrebbe realizzare nell’ex chiesa delle Orfanelle, accanto al museo archeologico. Si tratta di un progetto ricchissimo, molto bene articolato, che prevede una serie di percorsi e approfondimenti con almeno quattro postazioni multimediali.

L’idea è quella di illustrare in maniera quanto più possibile esaustiva (e con un approccio molto divulgativo adatto a un “grande” pubblico) la città romana di Novum Comum, con una presentazione dei risultati delle indagini archeologiche e con un ovvio approfondimento sul tesoro, vale a dire sulle monete rinvenute - lo ricordiamo - nel settembre del 2018.

Il piano è stato consegnato all’assessorato alla Cultura, in attesa di nuovi sviluppi che dovrebbero riguardare in primis la realizzazione dello spazio alle Orfanelle.

Il contesto è il solito, quello con il quale l’amministrazione si è spesso confrontata in questi anni: c’è sempre da rincorrere, da inseguire, a da spingere per accelerare iter burocratici in perenne ritardo (basti dire che a 20 mesi dalla chiusura del museo Giovio cui era scaduta la certificazione anti incendio, nessuno è ancora in grado di datare una plausilbe riapertura). Per le Orfanelle, l’amministrazione aveva fatto sapere la scorsa settimana di avere avviato la procedura di affidamento di un incarico al progettista che dovrà occuparsi dell’adeguamento impiantistico. Come a dire che qualcosa, forse, si muove.

Per tornare al progetto, qualche critica si è già levata, soprattutto in relazione alla esiguità degli spazi a disposizione, a meno di non poter contare sull’improbabile riapertura del museo. Diversamente - ed è questo uno dei rilievi critici mossi dai tanti che a suo tempo sostenevano l’opzione Broletto bocciata proprio dalla Soprintendenza - le Orfanelle rischierebbero di intercettare l’interesse di pochi specialisti ed appassionati, non già della cittadinanza tutta, come invece avrebbe voluto il Comune.

Intanto, su tutt’altro fronte, tiene banco il braccio di ferro con il ministero per la quantificazione del premio dovuto per il ritrovamento delle mille monete. Come noto pende un ricorso al Tar presentato dalla società proprietaria di Palazzo Cressoni, vale a dire “Officine Immobiliari srl”, la società che ha anche eseguito gli scavi. C’è un contradditorio in corso sulla valutazione del tesoro: per il ministero le mille monete valgono circa 4 milioni di euro, per la controparte la stima è tra i 9 e gli 11, quantomeno sulla base di una consulenza firmata da Arturo Russo, uno tra i più quotati esperti mondiali di numismatica antica. Tra i pezzi più preziosi ci sarebbero le dieci monete coniate al tempo dell’imperatore Anicio Olibrio (V secolo d. C.), che secondo il ministero varrebbero non più di 40mila euro l’una, contro la stima di controparte, di circa mezzo milione l’una. La scorsa settimana, a un’asta a Zurigo, un “trimissi” dello stesso Anicio Olibrio è stato battuto a 425mila franchi.Il trimissi è una moneta di valore minore rispetto al “solido”, che è invece il tipo di moneta rinvenuto a Como. «L’esito dell’asta - dice Saba Dell’Oca, l’imprenditore legale rappresentante di Officine Immobiliari - conferma che la stima del ministero è umiliante per la città di Como, oltre che irriconoscente e provocatoria nei confronti di chi attende il premio di legge».

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