Muggiò, la protesta della pallanuoto
Un sit-in davanti alla piscina chiusa

Chiamata a raccolta di tutti gli atleti e dei frequentatori dell’impianto - Dato: «Non ci sono né un programma di interventi né un cantiere. Il Comune ci ascolti»

Como

Un sit in di protesta fuori dalla piscina di Muggiò. Entrati nel settimo mese di chiusura dell’unica vasca olimpionica cittadina, la Pallanuoto Como chiama a raccolta tutti i nuotatori e gli amanti del nuoto mercoledì 8 gennaio alle 19.15.

«Abbiamo a lungo tenuto un profilo basso fiduciosi che le istituzioni risolvessero in fretta questo grave disservizio - spiega Giovanni Dato, il presidente della Pallanuoto Como - adesso basta, vogliamo risposte concrete e tempi certi. Una piscina preziosa come quella di Muggiò non può rimanere per così tanto tempo chiusa con la vasca piena senza un perché. Non c’è un crono programma, non è partito un vero cantiere, non è stato sottoscritto un accordo con la Federazione italiana nuoto per la gestione. Allora mercoledì andremo tutti fuori dalla porta della piscina di persona, volendo verificare con i nostri occhi. Sicuri che chi governa il Comune voglia ascoltarci e darci garanzie».

La Pallanuoto Como promette un volantinaggio e la pubblicizzazione dell’evento tramite social. La piscina olimpionica di Muggiò serve diverse centinaia di atleti, è l’unica per dimensioni fruibile per squadre ed nuotatori a meno che non si voglia andare oltre confine o a Busto Arsizio. «Il campionato di serie B inizia il 18 gennaio – dice Dato – dovevamo giocare in casa e invece saremo per forza ospiti. È già così per le giovanili. Per noi come per altre realtà significa cambiare i calendari e sostenere quattro volte i costi per andare altrove. Dividendo poche corsie e potendoci allenare con una sola porta. Ma a parte il danno economico fa male il danno arrecato alle famiglie e ai piccoli atleti».

Anche altre società, Comonuoto in primis, hanno in passato lamentato gli stessi problemi. Molti semplici cittadini, genitori, hanno chiesto la riapertura rapida dell’impianto perché costretti ad andare a Milano o in altre città pur pagando i costi alle società.

«Quando la piscina ha chiuso quest’estate speravamo in tempi celeri – prosegue Dato - così non è stato, non so se per burocrazia o incompetenza, ma in sette mesi l’unica cosa che ha fatto il Comune è fare dei piccoli lavori, due bagni e qualche porta. C’è una totale mancanza di rispetto per chi opera in questo settore, ma soprattutto nei confronti dei cittadini. Non sopporto l’idea concreta che tantissimi bambini stiano buttando un anno di vita sportivo per negligenza e incompetenza altrui. Tanto più se nessuno da Palazzo Cernezzi fino ad ora ha avuto il coraggio di alzare il telefono e prendersi la responsabilità di informare almeno gli operatori del settore». La concessione tra Comune e Federazione italiana nuoto per la piscina di Muggiò è scaduta il 30 giugno. Non si è ancora arrivati al rinnovo per problemi legati alle manutenzioni, ai lavori di cui l’intera struttura necessita. Novità e aggiornamenti sul tema filtrano con difficoltà.

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