Muggiò, sindaco scatenato contro i critici: «Sto raggiungendo risultati pazzeschi»

Il caso Con un lungo post Rapinese respinge le accuse per la mancata riapertura della piscina - «Pena e compassione per chi finge di non capire che l’amministrazione sta sputando sangue»

Como

Uno scatenato Alessandro Rapinese ha pubblicato ieri sul suo profilo Facebook un lungo “post” per fare il punto della situazione sulla piscina di Muggiò. Nel post il sindaco si scaglia contro «sabotatori e ladri» (quelli che a suo tempo fecero a pezzi l’impianto elettrico della struttura), contro i soliti «partiti con il loro fancazzismo cronico» e in sostanza contro tutti i latori di critiche nei confronti di una amministrazione che, «sputando sangue» ha raggiunto «risultati pazzeschi».

«La cosa ridicola - scrive Rapinese a proposito di quel che resta della piscina olimpionica - è che chi ha fatto andare a rotoli quell’impianto, non manutenendolo per decenni mentre era impegnato a devastare la città in ogni suo ambito, trascurando ogni aspetto rilevante, dalla raccolta dei tributi alla gestione del patrimonio, oggi critica Rapinese perché l’iter che porterà alla riapertura di Muggiò non si è ancora concluso (...) Parlando poi dei costi approvati dalla Giunta Landriscina per avere una piscina così come progettata, al mio insediamento erano già letteralmente esplosi, e non avevano più nulla a che vedere con quanto preventivato, e l’unica via oggi percorribile per poterci permettere di ridare acqua nuotabile agli sportivi comaschi è un rifacimento dell’impianto “abbassando le arie” (i costi) perché i soldi che servono alla città per recuperare la situazione nella quale le “apprezzabili” amministrazioni precedenti me la hanno consegnata sono tanti. Tantissimi davvero e se spendessi per Muggiò i denari che servirebbero oggi per il progetto Landriscina, semplicemente non potrei sistemare altro».

«Non è passato un solo giorno dal mio insediamento che non mi sia dato da fare per Muggiò - si legge ancora nel post -, mentre quegli stessi uffici che avrebbero dovuto imbastire il rifacimento dell’impianto natatorio sono stati letteralmente, da me, messi sotto una pressione infernale per far sì che l’amministrazione comunale comasca, recuperando il tempo incomprensibilmente perso, non perdesse un solo centesimo dei fondi pubblici a sua disposizione in scadenza. Eravamo infatti in estremo ritardo sia con la gestione dei fondi derivanti dal Pnrr che con quelli regionali sullo sport».

Il sindaco torna a indossare il mantello di Superman: «Abbiamo fatto tantissimo. Quasi tutto», scrive, ricordano tra l’altro anche l’approvazione del bilancio, il recupero dell’evasione Tari, il punto unico di cottura, l’operazione Politeama, e via elencando: «Provo pena e compassione per chi, per fini inconfessabili, sta facendo finta di non capire, o peggio, neghi, che l’amministrazione Rapinese stia, ogni benedetto giorno, sputando sangue e raggiungendo risultati pazzeschi (...) Diventare sindaco dello stupendo Comune di Como era il mio sogno da bambino e quel sogno lo avevo perché sapevo che una volta al governo avrei contrastato con fermezza i suoi nemici e l’avrei rimesso in carreggiata. Sì. Passo dopo passo è esattamente quello che sta avvenendo». Da segnalare l’hashtag che chiude il post: #ÈquestaLaVitaCheSognavoDaBambino. Come dire: arrabbiato e contento.

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