Non c’è ancora un progetto
Il Comune dorme sulle monete d’oro

Solo proclami e ipotesi, nessuna certezza - Diventa complicato portarle nell’ex chiesa delle Orfanelle

Como

La scoperta delle monete d’oro sotto l’ex Cressoni aveva spinto il Comune a reclamare a gran voce la possibilità di esporle a Como. Eppure, a un anno dallo storico ritrovamento che avrebbe dovuto rilanciare i musei e la cultura comasca (nelle intenzioni della stessa amministrazione), Palazzo Cernezzi non ha ancora alcun progetto concreto da proporre alla Soprintendenza.

Nessun progetto, solo ipotesi e buone intenzioni. Come, ad esempio, quello di esporre il tesoro romano alle Orfanelle, l’ex chiesa di via Balestra accanto al Museo Giovio con annessa trattoria degli ex Combattenti, da far diventare una caffetteria bookshop. Idea affascinante, ma che non è legata ad alcun progetto concreto a dispetto del documento di programmazione comunale che prevedeva, per la fine del 2019, l’esposizione delle monete a Como.

Secondo il direttore delle Belle arti, Luca Rinaldi, prima di tutto la nostra città dovrebbe sistemare il museo Giovio che cade a pezzi. Contattata l’assessore alla cultura Carola Gentilini fa sapere che preferisce non commentare quanto esternato dal soprintendente.

«Il tema è molto importante e già alla mia attenzione. Gli uffici stanno lavorando a riguardo. Appena avrò aggiornamento significativi non mancherò di comunicarlo». Di fronte all’impossibilità di far arrivare il tesoro romano a Como entro fine anno, il termine previsto dal piano programmatico del Comune è stato spostato alla primavera del 2020.

Interpellati gli uffici, arriva la conferma che non c’è alcuna certezza sul fatto che le Orfanelle saranno la nuova casa delle mille monete d’oro, ci sono prima ancora tante variabili da vagliare. E così ecco spuntare altre ipotesi, visto che secondo l’ufficio stampa di Palazzo Cernezzi il centro cittadino offre tante altre possibili vetrine all’altezza del compito (il pensiero va a Palazzo Natta, al Broletto e alla Pinacoteca).

Quanto allo stato del museo Giovio, con i solai decadenti e gli infissi marci, il settore dei lavori pubblici si sta occupando del caso. La situazione però è nota da anni, le ristrutturazioni - spiegano da Palazzo Cernezzi - mancano da tempo. Ma le Orfanelle possono davvero ospitare una nuova grande mostra a breve?

«Al nostro settore i colleghi della cultura hanno solo chiesto gli spazi di via Balestra - dice Francesco Pettignano, l’assessore al patrimonio - quello stabile è chiuso da tempo e qualche lavoro è sicuramente necessario. Non conosco poi il dettagli degli eventuali progetti». Dalle ipotesi all’esposizione l’attesa non sarà breve.

«A mio parere l’ex chiesa delle Orfanelle è uno spazi ottimale - dice Francesco Brenna, esperto d’arte e capogruppo della lista civica che sostiene il sindaco Mario Landriscina - è all’interno dei Musei civici, dentro ai percorsi preistorici e protostorici romani. C’è un filo conduttore. Con un bell’allestimento e i nuovi strumenti tecnologici e digitali può diventare il luogo ideale. Poi non so chi dovrà decidere definitivamente. Certo il problema maggiore per fare dei passi così importanti è sempre il quando».

Intanto il tempo passa. E le monete romane restano a Milano.

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