Nuova maturità, studenti preoccupati
«Ma è un bene l’addio al quizzone»

Stanno facendo discutere i cambiamenti annunciati dal ministero per l’anno prossimo. Il professore: «Sbagliato togliere il tema storico». L’alunna: «Boccio la suddivisione dei crediti»

Due prove scritte invece di tre oltre all’orale, più attenzione al percorso svolto dai ragazzi nell’ultimo triennio, con un punteggio maggiore assegnato al credito scolastico, griglie di valutazione nazionali per la correzione delle prove scritte. Sono alcune delle novità della maturità 2019, illustrate nella circolare inviata alle scuole dal ministero.

Dalle quattro tipologie di elaborato proposte dal vecchio esame, si scende a tre: oltre al saggio breve, scomparirà in effetti il tema storico, negli ultimi anni l’opzione meno scelta dai maturandi. In ogni caso, la materia storica potrà essere selezionata come ambito in alcune delle tracce rimaste.

C’è attesa soprattutto per capire come sarà la seconda prova: potrà riguardare, infatti, una o più discipline caratterizzanti i percorsi di studio. Quindi, per esempio agli studenti dello scientifico potrebbe capitare un elaborato che coinvolga sia matematica sia fisica. Viene più o meno salutata da tutti in maniera positiva invece l’eliminazione della terza prova, odiatissima dagli studenti.

«Non è bene – dice Gianfranco Giudice, professore di storia e filosofia al Giovio - che sparisca dalla prima prova il tema storico: durante l’anno commissiono sempre temi di quel tipo, è un buon modo per imparare ad argomentare.o».

C’è un po’ di scetticismo da parte di Alessia Loi, presidente della Consulta provinciale degli studenti: «Sono contenta che nell’esame non sia stata inserita l’alternanza, perlomeno come requisito d’ammissione. Inoltre, sono felice non ci sia l’Invalsi e che la seconda prova sia rimasta scritta e sia interdisciplinare. Spero, infine, rimanga la tesina». Tra i cambiamenti meno graditi, l’addio al saggio breve: «Era utile – dice Loi – Dava respiro agli studenti e consentiva d’articolare al meglio il proprio pensiero. E non mi piace l’aver aumentato a un massimo di 40 i crediti ottenibili nel triennio» 

© RIPRODUZIONE RISERVATA