Nuovi menù light, la protesta in mensa
Ai bambini non piace la pasta integrale

Primo giorno Da ieri le dosi ridotte: in media verrà servito un pasto in meno alla settimana- Il test delle mamme alla scuola di via Palma: sei scolari su dieci hanno respinto il primo

Como

Pappa a scuola: un piatto di pasta in meno alla settimana. Ieri sono entrati in vigore i nuovi menù costruiti dal Comune, sono state recepite le linee guida decise dall’Asl, anzi Ats Insubria. La differenza più sostanziale è nelle quantità, le porzioni sono state ridotte. Abbiamo contattato il servizio di refezione scolastica di via Fiume ed abbiamo fatto un confronto. Un primo esempio concreto: ieri a pranzo c’era pasta al tonno.

Se fino alla settimana scorsa ad un bambino delle scuole primarie venivano dati 75 grammi da ieri nel piatto ce ne sono 60. Mangiassero pastasciutta tutti i giorni il taglio medio per alunno sarebbe di un piatto a settimana. Un particolare: la pasta scodellata ieri era integrale, altra novità. Per le scuole dell’infanzia, usiamo sempre l’esempio della pasta perché è semplice, si passa da 60 a 50 grammi, per le secondarie si mangia la stessa porzione prevista per gli adulti, ovvero 80 grammi, il mese precedente erano 90.

Tutte le dosi sono state ridotte, compresa la carne, già da settembre sono spariti i budini. Ovviamente è più abbondante la frutta e la verdura, il motivo è semplice: i bambini comaschi sono sovrappeso. Ma queste scelte da mesi fanno discutere, spesso arrabbiare, i genitori.

Il servizio si paga e i bimbi non mangiano. «Calma, da questa settimana iniziamo le ispezioni – spiega Fabrizio Arnaboldi, uno dei papà responsabili per le commissioni mensa a Rebbio – io ci vado di persona già venerdì. Costruiremo così una dettagliata tabella sul gradimento e sulla quantità di cibo consumato, un monitoraggio costante per valutare il servizio. Tra un paio di mesi ci confronteremo con Comune e Asl». Nel frattempo i genitori di via Palma, una materna, ci fanno sapere che ieri hanno mangiato la pasta integrale solo 4 bambini su 10.

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