Nuovi turni in ospedale
«Servizi a rischio»

Preoccupazione per l’effetto della normativa europea: «In crisi i reparti con la reperibilità notturne»

Più riposati i medici con le nuove normative europee. Non è tutto oro quello che luccica.

Non potranno più esserci nei riparti turni che iniziano il pomeriggio e finiscono nella tarda mattinata del giorno dopo, oppure i recuperi di appena 8 ore. Ogni settimana i medici potranno lavorare un massimo di 48 ore e il turno più lungo potrà essere di 13 ore. Il riposo minimo da garantire dovrà essere, invece, di 12 ore.

Tutto questo, però, se dai medici è visto ovviamente in modo positivo, rischia di portare problemi enormi nell’organizzazione ospedaliera. «Stiamo parlando - dice Cesare Guanziroli, responsabile Cisl medici di Como - di una legge del 2003 sulla quale sono state chieste via via deroghe nell’applicazione fino al 2014, quando l’Europa ha comunicato che non ne avrebbe più concesse. A un operatore deve essere garantito di fare, dopo un turno di guardia, 12 ore di riposo. Questo è positivo per il medico e i cittadini, ma mette in crisi i reparti che hanno un servizio di reperibilità notturne».

Ad esempio, se un medico viene chiamato per un’emergenza di notte e lavora per due o tre ore, poi deve fare riposo nelle 12 ore successive e questo significa che non può effettuare il turno del mattino, come normalmente avviene.

«Questa situazione non è sostenibile - chiude il medico - e ci sono venti giorni di tempo per trovare una soluzione visto che sono previste, in caso di inadempienze, sanzioni per l’azienda e per i primari. O si mette in atto un piano di assunzioni, ma questo sembra essere escluso, oppure è necessaria una riorganizzazione che guardi anche al futuro. Siamo molto in ritardo e ci auguriamo che l’azienda lunedì 9 ci presenti un quadro dettagliato».

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