Ora è corsa al test sul sangue
«Ma non rilascia “patenti”»

Aziende e cittadini lo chiedono, i laboratori attendono il via libera - La presenza di anticorpi rivela che si è stati contagiati, magari senza sintomi

Test sierologici a pagamento, a Como i laboratori privati sono pronti e attendono un via libera dalla Regione.

Ormai da giorni i centralini degli ambulatori che offrono questo esame vengono presi d’assalto.

Semplici cittadini ma anche aziende che domandano del test sierologico per individuare nel sangue gli anticorpi sviluppati dal nostro organismo per combattere il Covid. La risposta dei vari centri per il momento è questa: aspettiamo l’ok della Regione, appena arriverà comunicheremo tutto sui siti e pagine social.

Anche importanti imprese del territorio, per esempio del comparto tessile, hanno bussato alla porta: «In questi giorni il centralino di Cab Polidiagnostico sta ricevendo innumerevoli richieste per il test del Covid – si legge sul portale dell’ente - anche da medici di medicina generale, specialisti e da molti nostri pazienti. Allo stato attuale purtroppo non ci sono possibilità di effettuare esami, ma il nostro laboratorio si è già offerto per l’esecuzione dei test e siamo convinti che nei prossimi giorni ci saranno novità». Situazione simile alla Synlab.

I costi? Ad inizio aprile a Milano si parlava di circa 100 euro, oggi dovrebbe essere intorno ai 50 euro.

Ma è bene ribadire cosa sono esattamente i test. Innanzitutto non hanno nulla a che vedere con i tamponi. Questi ultimi consentono di sapere se nelle mucose è presente in quel preciso momento il virus. Altro capitolo è il test sul sangue. Il test sierologico rapido, con una puntura nel dito, rivela se nel sangue sono presenti gli anticorpi costruiti rapidamente dal nostro organismo per contrastare la malattia (quindi se il paziente ha incontrato l’infezione). Poi c’è il test sierologico tramite prelievo che è in grado di dirci se abbiamo degli altri anticorpi, più specifici, capaci di neutralizzare il virus. La scienza però non sa ancora quanto a lungo questi anticorpi durino. E quindi non sa dire ancora con assoluta certezza se, superata la malattia, queste persone possano ammalarsi di nuovo, magari tra un anno.

Ma allora servono questi test? «Potrebbe crearsi incertezza – dice il medico del lavoro comasco Massimo Saccoccio – Supponiamo che le aziende comprino i test sierologici e li propongano ai dipendenti. Il lavoratore con un test negativo, quindi senza anticorpi, è ancora indifeso nei confronti della malattia. Perciò è pericoloso farlo lavorare con altri, meglio lo smart working. Se invece il test è positivo significa che ha gli anticorpi, ma non sappiamo se un giorno potrà ammalarsi di nuovo. Quindi non è una patente di immunità. In più, se il test è positivo ma non viene fatto il tampone può anche darsi che quella persona abbia contratto la malattia da poco e stia ancora combattendo il virus. Dunque il soggetto potrebbe essere ancora contagioso e mandarlo a lavorare in azienda con altri sarebbe un rischio».

Vero è che sulla rivista scientifica “Nature” è stato appena pubblicato uno studio cinese secondo cui, seppur in quantità variabili, tutti i pazienti guariti da Covid hanno prodotto anticorpi protettivi a lungo termine (garantirebbero uno o due anni di protezione). Una pubblicazione accolta ieri come un segnale di speranza dai virologi perché dimostrerebbe che il nostro corpo è in grado di erigere solide barriere. E darebbe un valore ben più grande ai test.

Ieri intanto sono stati effettuati all’ex Sant’Anna, in via Napoleona, i primi test sierologici, una decina. Non è possibile richiederlo o prenotarsi, è l’Ats (ex Asl) a individuare i cittadini che devono effettuare il test. Si tratta di persone che hanno concluso il periodo di isolamento. Il cittadino viene contattato da Asst Lariana, che ha ricevuto gli elenchi dei soggetti .

«La macchina è in grado di effettuare circa 170 test all’ora - spiega Giuseppe Maurizio Catanoso, direttore del Laboratorio Analisi - e il primo risultato si ha nel giro di una mezz’ora. Trattandosi di un macchinario che viene utilizzato per molti altri tipi di esame abbiamo valutato di poter dedicare per questi test sierologici tre/quattro ore al giorno e quindi di poter arrivare ad eseguire quotidianamente circa 500 test”.

«Se il risultato del test è negativo - spiega Catanoso - significa che presumibilmente il soggetto non ha anticorpi o ha un livello molto basso di anticorpi diretti contro il virus. Se è positivo significa che è stato a contatto con il virus. In ogni caso deve essere interpretato in associazione agli aspetti clinici. Attenzione, perché i dati attualmente a disposizione della letteratura scientifica non ci consentono ancora di poter conferire, attraverso questo risultato, una patente di immunità. Al momento, infatti, non è ancora del tutto chiusa la questione sulla possibilità di potersi re-infettare». Sulla base delle indicazioni regionali, in caso di esito positivo il soggetto dovrà effettuare anche il tampone.

© RIPRODUZIONE RISERVATA