Papà fermato in extremis
Stamattina il processo
per porto abusivo d’arma

Era insistente nel voler incontrare la figlia anche al di fuori dei momenti protetti

Comparirà in tribunale oggi l’uomo di 68 anni che sabato sera ha terrorizzato Monte Olimpino, minacciando di spararsi davanti all’ingresso della cooperativa Bucaneve, dove si trovava la figlioletta. Deve rispondere del reato di porto abusivo d’arma. Non sapeva che all’interno della casa che accoglie la piccola c’era anche l’ex moglie, passata per salutare la bimba prima di partire per le vacanze e rimasta intrappolata dal trambusto da lui stesso provocato.

La bimba era stata affidata due anni fa alla comunità, al momento della separazione dei genitori. Il papà, pure assolto dall’accusa di abusi, tuttora può vederla solo in momenti protetti.

Le vicende dell’affido della bambina saranno solo marginalmente discusse in aula stamattina, dove l’uomo deve rispondere del solo reato di porto abusivo di arma: la deteneva regolarmente autorizzato per finalità sportive, ma non poteva portarla in pubblico.

Il giudice dovrà convalidare l’arresto e procedere poi con il giudizio direttissimo. L’articolo 699 del codice penale regola la materia: «Chiunque, senza la licenza dell’autorità, quando la licenza è richiesta, porta un’arma fuori della propria abitazione o delle appartenenze di essa, è punito con l’arresto fino a diciotto mesi. Soggiace all’arresto da diciotto mesi a tre anni chi, fuori della propria abitazione o delle appartenenze di essa, porta un’arma per cui non è ammessa licenza.Se alcuno dei fatti preveduti dalle disposizioni precedenti, è commesso in luogo ove sia concorso o adunanza di persone, o di notte in un luogo abitato, le pene sono aumentate».

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