Paratie, altra causa del Comune
Spesi 100mila euro per i legali

Palazzo Cernezzi, dopo aver perso il primo round, torna alla carica - Ai progettisti iniziali chiede 3 milioni di danni. Nuovo incarico agli avvocati

Como

Ennesima causa sul cantiere delle paratie antiesondazione. Il Comune ha deciso di portare nuovamente in tribunale i tre progettisti originari Ugo Majone, Carlo Terragni e Renato Conti, a cui la sentenza di primo grado aveva dato ragione.

Palazzo Cernezzi aveva infatti perso la battaglia legale contro i progettisti della maxi opera. La causa, vale la pena ricordarlo, era stata avviata alla fine del 2015 su decisione della giunta Lucini, che contestava ai tre esperti presunti errori ed omissioni nel progetto risalente al 1994. Nel 2005 i tre progettisti vennero estromessi dalla direzione lavori e tre anni più tardi il progetto venne interamente modificato da Sacaim, l’azienda che vinse l’appalto per la realizzazione dell’opera.

Nella causa del 2015 il Comune di Como aveva deciso di citare in giudizio i tre esperti «affinché ne venisse accertata la responsabilità professionale per gli errori e/o omissioni progettuali commessi nella progettazione dei lavori di difesa e di protezione dalle esondazioni del lago e, conseguentemente, ne venisse disposta la condanna al risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale patito dall’Ente nella misura di 3,1 milioni di euro».

Per la difesa il Comune aveva speso circa 50mila euro, ma l’anno scorso il tribunale di Como aveva rigettato la causa dell’amministrazione escludendo non solo un nesso di causa tra i costi lievitanti dell’opera e i presunti errori progettuali, ma l’esistenza stessa di colpa grave da parte dei professionisti adducendo due ordini di motivi. Il primo: il loro progetto era stato modificato in modo sostanziale da Sacaim con l’inizio dei lavori. Inoltre aveva fatto presente che i tre professionisti si erano basati per il loro progetto sugli studi geotecnici realizzati da «un accademico del Politecnico» e quindi non erano tenuti a «cogliere i limiti delle indagini» effettuate dall’esperto sul fondale. Tra l’altro il Comune non aveva depositato il progetto contestato, cosa che ha reso «impraticabile un giudizio tecnico» da parte del tribunale, che lo aveva evidenziato nella sentenza.

All’inizio dell’anno la giunta, successivamente a un incontro tra il sindaco Mario Landriscina, l’avvocatura interna e il professionista incaricato di difendere l’amministrazione, aveva deciso di tornare in aula, appellando la sentenza e chiedendo così un ulteriore pronunciamento da parte dei giudici. Adesso il nuovo incarico legale, allo stesso studio che si era occupato del primo grado di giudizio riservandosi anche di avvalersi del medesimo professionista anche per l’eventuale ultimo grado di giudizio. Allo studio milanese Lombadi Sergni e associati, nelle persone degli avvocati Lotario Benedetto Dittrich, Luca torretta e Ida Carla Maggio andranno 50mila euro comprensivi di contributi e Iva.n 

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