Paratie, appello lumaca
Molte accuse già prescritte

A due anni dalla sentenza emessa a Como ancora i giudici di Milano non fissano il secondo grado

C’è chi, negli ambienti giudiziaria, con una battuta liquida così i tempi biblici del processo paratie: «Alla fine sarà durato meno il cantiere...». Una provocazione, certo, ma se i lavori del lungolago stanno durando tempi inaccettabili, la giustizia non sta certo facendo una figura migliore. Al punto che se fosse stata già in vigore all’epoca la nuova norma sull’improcedibilità (ovvero la prescrizione ribattezzata con termini differenti, che scatta se il giudizio di appello non viene definito dopo due anni) tra cinque giorni ogni ipotesi di reato legata alla vicenda paratie sarebbe di fatto estinta.

Attendere, prego

Era il 16 gennaio dell’ultimo anno libero dal Covid, quando il Tribunale di Como ha letto la sentenza che ha portato a sette condanne per le presunte irregolarità (tra ipotesi di falso e di turbativa d’asta) legate all’iter paratie, oltre a una vicenda di corruzione e di violazione del segreto d’ufficio che esulano dal maxi cantiere del lungolago.

A oggi, ovvero a quasi due anni da quella sentenza, la corte d’Appello di Milano non ha ancora neppure ipotizzato una data per celebrare il processo di secondo grado. Il che significa, volendo pensare a un’improbabile accelerazione dei tempi, che anche a voler correre ben difficilmente si potrebbe arrivare a una sentenza di appello entro la fine dell’estate prossima. Quando ormai a Como sarà già terminata abbondantemente un’intera amministrazione dopo quella Lucini. Proprio la gestione dell’iter da parte dell’ex sindaco portò all’indagine della Procura di Como, anche se poi l’allora primo cittadino venne condannato per pochi capi d’accusa rispetto a quelli contestati, e anche se alla fine le modifiche tecniche volute proprio da Lucini e dai suoi uffici comunali al progetto (e che scatenarono le accuse di Anac e Procura) sono state tutte fatte proprie dalla Regione e adottate nell’ultima fase del cantiere, che in teoria dovrebbe chiudersi quest’anno.

In ogni caso, a questo punto, è lecito ipotizzare che entro la fine del processo di appello - quand’anche venisse convocato “velocemente” - praticamente tutte le ipotesi di reato di falso e turbativa d’asta saranno prescritte e con loro il 90% del fascicolo. E anche sul fronte giudiziario paratie potrà far tranquillamente rima con “tempi infiniti”.

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