Parcometro senza Pos, multa annullata
In città in regola 89 apparecchi su 164

La sentenza del giudice di pace di Fondi. Ma bisogna dimostrare di non avere monete

In questi giorni una cittadina della provincia di Latina, Fondi, è diventato forse il Comune più nominato d’Italia. Il motivo è una sentenza del giudice di Pace Giovanni Pesce che, il 21 febbraio, ha annullato un verbale per mancato pagamento della sosta su strisce blu a causa di un parcometro privo del Pos: «Gli automobilisti - si legge - in mancanza di dispositivi attrezzati col bancomat, potranno ritenersi autorizzati a parcheggiare gratis e senza il rischio di essere multati, allorquando dimostrino che non abbiano potuto adempiere con le monete all’obbligo di pagamento».

Quindi, attenzione: il parcometro non dotato di Pos non dà certezza o una sorta di autorizzazione implicita a non versare quanto dovuto per la sosta. È necessario, così pare emergere, dimostrare di non essere riusciti a pagare in altro modo. Certo, il precedente laziale potrebbe aprire ricorsi per i parcheggi “blu” pure fuori dalla regione capitolina. Per esempio a Como: «La persona, così ho letto dalla sentenza non aveva a disposizione nessun’altra possibilità di pagare – commenta Marco Benzoni, direttore Csu – c’è, quindi, questo passaggio in più fondamentale da tenere presente. Per quanto riguarda possibili ricorsi: al momento, l’ipotesi non ci preoccupa». Intanto, in città, i parcometri abilitati al pagamento con carta di credito (no bancomat) sono 89 su 164, circa il 54%.

«Stiamo portando avanti – continua Benzoni – un piano di ammodernamento delle macchine, questo però è cominciato prima e a prescindere da quanto ha sanzionato ultimamente il giudice di pace. Al momento, i parcometri con possibilità di Pos sono collocati a ridosso delle zone centrali, nella convalle. In due anni abbiamo intenzione di terminare quanto stiamo portando avanti».

Entrando nello specifico: addio multa se al parcometro manca il bancomat e via libera ai ricorsi? Non è proprio così, o quantomeno non esiste una risposta certa, e i siti specializzati invitano i cittadini alla cautela: «Dalla lettura della sentenza - scrive “Quattroruote” - sembrerebbe che la motivazione dell’annullamento non risieda tout-court nell’assenza del Pos, bensì nell’impossibilità oggettiva di pagare, essendo il trasgressore privo di moneta. Moneta che, vista l’ora non era in grado di procurarsi».

Un principio, peraltro, ribadito più volte in passato nella giurisprudenza. Il giudice di pace di Fondi lo sottolinea evidenziando l’ora dell’accertamento, le 22.12: «Data l’ora, appare in re ipsa la verosimiglianza delle deduzioni del ricorrente».

L’obbligo di adeguamento

Tutto ciò in un contesto in cui «il comune opposto - sottolinea il giudice - non ha provato, in giudizio, di non avere potuto ottemperare all’obbligo di adeguamento dei parchimetri per oggettiva impossibilità tecnica». Se provasse di non essere stato tecnicamente in grado di adempiere l’adeguamento, infatti, l’obbligo di Pos potrebbe decadere.

A questo proposito, secondo la legge stabilità 2016, tutte le amministrazioni avrebbero dovuto abilitare i parcometri installati ad accettare i pagamenti con bancomat e carte di credito/debito. Stando a stime recenti, in Italia quelli abilitati ai pagamenti elettronici sono il 50% (fonte Parkeon). Como, quindi, è leggermente sopra la media.

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