Passaggi a livello,a Roma nulla di fatto
E da sabato sarà caos

Ieri al ministero l’incontro sui tempi di attesa. Nessuna deroga sull’entrata in funzione del sistema. Regione contro il Governo. Braga: colpa di Milano

Fumata nera ieri a Roma per i passaggi a livello di viale Lecco che, da sabato, resteranno abbassati il doppio del tempo di quanto avviene ora. Nessun rinvio dell’entrata in funzione del nuovo sistema di sicurezza e nemmeno soluzioni alternative e quindi, da sabato, i comaschi si dovranno rassegnare al caos.

Il sindaco: «Ripensare il tratto»

Attorno al tavolo il sottosegretario Salvatore Margiotta, i rappresentanti dell’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie, i vertici di Ferrovienord, il sindaco Mario Landriscina e, collegata da Milano, l’assessore regionale Claudia Maria Terzi. Presenti anche la parlamentare del Pd Chiara Braga, che si era fatta promotrice dell’incontro e il collega dei Cinque Stelle Giovanni Currò.

Come detto nessun margine anche perché l’Agenzia ha fatto presente in più occasioni che si sta parlando di una norma che, dal 2012, riguarda anche le tratte ferroviarie secondarie. Esattamente quello che aveva già detto a “La Provincia” a metà agosto. Alla stessa Agenzia, però, non erano state sottoposte in precedenza (il progetto è stato avviato nel 2019) da Ferrovienord altre alternative o le criticità del tratto comasco. Del resto la stessa società milanese aveva scritto al Comune di Como che il nuovo sistema di sicurezza non avrebbe aumentato i tempi con le sbarre abbassate salvo poi comunicare, un mese e mezzo fa, il raddoppio dei minuti di attesa.

Il sindaco ha esposto le «gravi ricadute» e ha fatto sapere che «il sottosegretario e l’assessore regionale, su mia specifica richiesta, condivideranno alcune ipotesi in merito alla possibilità di un intervento di rivalorizzazione della tratta che , inevitabilmente, comporterà il reperimento di adeguate risorse finanziarie». Il primo cittadino ha aggiunto che affiderà «innanzitutto all’assessore Pierangelo Gervasoni (che però non ha portato all’incontro di Roma, ndr) ma anche ai colleghi Elena Negretti e Marco Butti, lo studio di soluzioni che tendano ad alleviare i pesanti disagi attesi». Tra chi si è attivato finora Landriscina ha citato ripetutamente Braga, ma anche i deputati Claudio Borghi (Lega) e Alessio Butti (FdI).

«Spero - ha concluso - che da una situazione che ci metterà in grave disagio e che comporterà alcuni prevedibili rischi per il sistema di soccorso e per la salute dei cittadini mettendo a dura prova la loro pazienza, lo Stato e la Regione ci offrano la possibilità di un radicale intervento sul sistema del trasporto su ferro che consenta alla città un futuro di mobilità adeguato ai tempi . Ci vorranno coraggio e tanta buona volontà per reperire le risorse economiche e confido che nessuno si sottragga».

La deputata del Pd Braga ha fatto riferimento a Ferrovie Nord: «Mi è sembrato doveroso tentare questo confronto con tutti gli attori riuniti e ringrazio il ministero che, pur non avendo competenza diretta (l’agenzia è un organo indipendente, ndr), si è fatto parte attiva. Ora si tratta di avviare da subito con Regione e Ferrovie Nord un ragionamento approfondito su soluzioni alternative su questa tratta all’interno della città. Ho chiesto esplicitamente a Regione di chiarire quali investimenti ha in mente per Como e non nascondo di essere rimasta stupita che Ferrovie Nord non conoscesse la peculiarità di quel tratto della loro linea».

Anche Butti se l’è presa con Ferrovie Nord: «Se Fnm avesse prodotto un sistema diverso, magari adottando quello europeo o adattando quello di Rfi alle reti e ai treni lombardi, oggi non saremmo in questa scomoda posizione. Aggiungo che se Fnm avesse concordato con gli enti territoriali interessati le caratteristiche del sistema, avrebbe messo questi ultimi nella condizione di poter sollevare preventivamente qualche dubbio». Butti aveva proposto uno stop provvisorio di alcuni treni a Borghi e ora chiede di «aumentare lievemente la velocità dei treni nel tratto di nostro interesse oggi inspiegabilmente limitato a 20 Km/h accelerando così il passaggio del treno» per «dare tempo a Fnm di progettare qualcosa di diverso».

Scambio di accuse

Dal canto suo l’assessore regionale punta il dito contro Roma: «Ansf e il ministero non lasciano margini rispetto a ipotetiche deroghe, come non considerano realistiche le ipotesi di riclassificazione del tratto». E aggiunge: «Per diminuire l’impatto sul traffico e ridurre le attese alle sbarre, si è parlato di alcune opzioni che però non sono percorribili in tempi brevi. Roma ha deciso così, Regione e il territorio hanno fatto il possibile per scongiurare i disagi e invocare una soluzione praticabile».

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