Pattuglie e cartelli dopo la tragedia
Controlli più rigidi lungo viale Geno

Si torna a parlare di sicurezza e prevenzione dopo la morte del giovante studente tedesco - «Multe? Sì, ma serve anche senso di responsabilità»

Como

Così come l’anno scorso, anche quest’estate saranno intensificati i controlli lungo viale Geno, nella speranza che la morte dello studente tedesco soccorso venerdì sera (e deceduto dopo una notte in ospedale) sia anche l’ultima: «Già lo scorso anno avevamo organizzato una campagna informativa multilingue su tutti i canali possibili - ricorda il comandante della polizia locale Vincenzo Aiello - Replicheremo anche quest’anno, nella speranza di raggiungere quanti più utenti possibile. Organizzare un presidio stabile? Difficile», aggiunge il comandante, in parte per ragioni legate alle risorse disponibili, in parte per difficoltà oggettive: bisognerebbe per esempio identificare gli orari del giorno a rischio più elevato.

La campagna informativa

«Mi sento di condividere un appello a un maggior senso di responsabilità soprattutto da parte dei più giovani», prosegue Aiello. «Quanto ai controlli e alle eventuali sanzioni, ci saremo anche quest’anno come negli anni passati, sia lungo viale Geno sia ai giardini a lago», che - come noto - anche in virtù della secca di fronte al Tempio Voltiano e della spiaggetta venutasi a creare, sono ormai l’altro lido del primo bacino, sempre affollato di stranieri. Di incidenti, qui, non se ne sono mai verificati: le rive digradano più dolcemente di quanto avviene lungo viale Geno, dove a un paio di metri dal parapetto stradale la profondità delle acque raggiunge già i 6, 7 metri. Questo significa che ci si può tuffare ma anche, come insegna la cronaca, che si può morire. «Rilanceremo la campagna informativa eincrementermo i controlli - conclude Aiello -. Di più oggettivamente non sapremmo come o cosa fare».

A febbraio, lo ricordiamo, l’amministrazione aveva installato una nuova segnaletica, multilingue e dai contenuti inequivocabili. Lo stesso comando della polizia locale, insieme all’assessore Elena Negretti , ne aveva anticipato l’installazione nei mesi invernali, con l’intenzione di avviare con anticipo la campagna informativa.

Intanto emergono nuovi dettagli sulla tragedia di venerdì sera. Pare che lo studente tedesco deceduto, Akifemin Pinarbasi, si fosse tuffato assieme a due amici, che con lui - e con altri coetanei - avevano appena cenato in viale Geno. I due amici erano riusciti a riemergere con le proprie forze, anche se uno dei due avrebbe poi accusato un malore per lo choc di non avere più visto il compagno riemergere, mentre lui - vittima probabilmente dello choc innescato dalla temperatura dell’acqua - aveva perso i sensi.

Lo avrebbero ripescato circa mezz’ora più tardi i vigili del fuoco, affidandolo alle cure del 118 e a quelle dell’ospedale Sant’Anna.

I cartelli con i volti

A nulla erano valsi i successivi tentativi di fargli riprendere conoscenza. Il cuore di Akifemin si sarebbe fermato qualche ora più tardi, alle 8 di sabato mattina.

Di questa ennesima morte, la sesta in cinque anni, in città si è parlato molto. Qualcuno ha suggerito di realizzare un cartello con i volti e i nomi dei ragazzi che lungo questo tratto di lago hanno concluso prematuramente la loro esistenza. Il timore è quello che anche di Akifemin si smetta di parlare così come è stato con chi lo ha preceduto, almeno fino al giorno in cui le cronache imporranno di raccontare un’altra tragedia analoga.

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