Pazienti isolati e sottoposti a tampone
Valduce, ridotti gli interventi chirurgici

Difficoltà in via Dante per le nuove disposizioni imposte da Milano. Il primario di Neurologia Mario Guidotti: «Siamo in difficoltà»

Tutti i malati respiratori anche senza avere avuti contatti con pazienti infetti da Coronavirus devono essere isolati e sottoposti a tampone. Così gli ospedali rischiano di entrare in difficoltà. Una direttiva regionale inviata martedì sera stabilisce che «ogni paziente che si presenti in pronto soccorso con un quadro clinico di infezione respiratoria e che necessiti ricovero – si legge nelle disposizione di Regione Lombardia – deve essere testato con un tampone per l’accertamento del Coronavirus anche senza procedere prima all’indagine dell’eventuale contatto con una persona infetta. Nell’attesa i pazienti, muniti di mascherina chirurgica, dovranno essere assistiti in un’area dedicata dentro all’ospedale evitando diffusioni». Quindi scatta l’isolamento. Inizialmente il tampone si faceva solo alle persone che erano state ipoteticamente a contatto con soggetti interessati da Coronavirus, dunque individui che avevano un collegamento con la Cina o con il focolaio di Codogno. Così del resto si trasmette la malattia: con un contatto diretto. Adesso invece basta solo il sintomo. Questo succede perché in altri ospedali sono diventati positivi dei malati respiratori indipendentemente dal contatto con persone provenienti dalle zone del contagio. La misura imposta da Regione però crea parecchio lavoro agli ospedali e qualche problema organizzativo.«Abbiamo liberato dei letti in pneumologia – spiega Mario Guidotti, primario di neurologia e medicina interna del Valduce – spostando i malati respiratori nella chirurgia. In più tutti i sintomatici in attesa del tampone, ci vogliono circa 24 ore, devono essere isolati. Camere, operatori, medici, sono tutte risorse che vengono sottratte alle altre esigenze dell’ospedale, alle operazioni da eseguire. Siamo in difficoltà».

Le misure valgono anche per il Sant’Anna. Da San Fermo della Battaglia fanno sapere comunque che «tutto il profilo dell’offerta medica è garantito e le attività sono regolari. I pazienti sintomatici sono trattati da subito come potenzialmente positivi e vengono posti in isolamento». L’invito delle autorità mediche ai cittadini è sempre lo stesso: non bisogna andare in pronto soccorso salvo reali emergenze. In caso di febbre e tosse occorre chiamare il medico curante. Sempre a proposito di Coronavirus tutti gli ospedali di Como e provincia in questi giorni hanno attuato le misure di prevenzione ad esempio l’uso delle mascherine per gli operatori e i dottori, come pure per i parenti dei pazienti il cui ingresso è stato fortemente ridotto. L’Asst Lariana ha poi deciso fino all’1 marzo di sospendere alcuni servizi come l’attività di prevenzione di vaccinazione e lo screening come lo sportello di scelta e revoca.

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