Piscina di Muggiò, protestano le società
O si apre a marzo o stop definitivo

Gli sportivi sono tornati in Comune lamentando i disagi che subiscono da sette mesi. Per la riparazione del tubo manca da giorni un pezzo. E c’è la convenzione da rifare con la Fin

Tutte le squadre e le società di nuoto hanno chiesto al Comune di riaprire la piscina di Muggiò per i prossimi quattro mesi almeno per gli allenamenti. Lunedì le squadre e le società sportive interessate dalla chiusura della vasca olimpionica hanno nuovamente incontrato a Palazzo Cernezzi l’assessore allo sport Marco Galli. Proprio Galli è intervenuto in consiglio comunale dicendo: «Ci lasciamo promettendoci che entro pochissimo riusciremo a definire una soluzione che possa risolvere una vicenda che si trascina da troppo tempo».

Presenti all’incontro la Como Nuoto, l’Iceclub, la Pallanuoto Como e l’Osha-Asp. «Abbiamo chiesto tutti insieme l’apertura provvisoria limitatamente all’uso della vasca e degli spogliatoi – spiega Mario Bulgheroni, presidente della Como Nuoto – chiudendo per sicurezza tutto il resto, la palestra, il secondo piano e gli altri spazi. Così almeno le squadre potrebbero allenarsi. Senza l’unica vasca olimpionica siamo tutti in grave difficoltà. Il problema della perdita segnalato a inizio gennaio non sembra essere un grande ostacolo. Tempo due settimane e secondo il direttore della piscina Stefano Manfredi si può ripartire. Serve piuttosto che il Comune e i precedenti gestori della Fin, la Federazione italiana nuoto, trovino la quadra». La chiusura dell’impianto dura da luglio dell’anno scorso. Danilo Vucenovich, presidente di Fin Lombardia, fa sapere che senza il rinnovo del contratto di gestione la Federazione al momento non ha più rapporti formali con l’amministrazione e dunque è in attesa di nuove decisioni. «Noi abbiamo fatto una proposta, la speranza che ci ascoltino c’è – dice Mariangela Volpati, presidente di Osha-Asp – l’amministrazione si è anche detta disponibile a riconoscere alle società di nuoto un contributo viste le spese aggiuntive che in questi mesi abbiamo dovuto accollarci per andare in trasferta e affittare altri spazi. Noi però preferiamo che queste risorse vengano usate per riaprire subito la piscina, in fretta, almeno da marzo a giugno. La questione del tubo è assurda, lo scoglio è politico». Sullo sfondo c’è il progetto presentato in Comune e alla giunta dalla società Nessi&Majocchi per riqualificare tutto l’impianto sportivo e che le società sportive sembrano gradire. I tempi anche solo burocratici per una generale ristrutturazione del centro natatorio non sono però imminenti, le squadre hanno bisogno di allenarsi subito.

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