Piscina, ripararla costa un milione
Un anno solo per progetti e gare

La stima è contenuta nella perizia sulle condizioni dell’impianto Il sindaco: «La prima cosa è la valutazione finale sul progetto dei privati»

Poco meno di un milione di euro e quasi un anno tra progetti e gare. È questa l’ipotesi di riapertura della piscina di Muggiò emersa nelle ultime ore a Palazzo Cernezzi dopo la consegna formale della perizia redatta da una società esterna.

Gli interventi necessari

Indispensabili sono, secondo i tecnici, interventi sull’impianto elettrico, ma anche su quello di ventilazione e sulle coperture (in primis gli infissi già caduti da tempo). Questo, almeno, per poter riattivare provvisoriamente la vasca e pensare di poterla utilizzare tra i tre e i cinque anni, a meno di ulteriori guasti e imprevisti. Del resto non è un mistero che l’impianto - inaugurato quarant’anni fa, il 14 febbraio del 1981, è arrivato ormai a fine vita. Senza dimenticare che, a fine febbraio, scadrà nuovamente il certificato di idoneità statica.

Conferma le cifre il sindaco Mario Landriscina, che sta seguendo la vicenda in prima persona: «Lo stato dell’arte del manufatto - dice - come tante altre cose che mi sono ritrovato dal passato, e lo dico senza polemiche, ma registrando fatti, è in condizioni molto precarie e io per primo so perfettamente che questa situazione crea disagi agli atleti e anche a persone che utilizzano il nuoto come terapia».

Poi spiega che sul tavolo oggi le opzioni sono due: riaprire spendendo un milione tra un anno (servono comunque mesi per progettazione, gare d’appalto e lavori) oppure portare avanti il progetto di rifacimento integrale dell’impianto proposto dai privati per una spesa di 7,8 milioni da pagare in vent’anni e dopo una gara che verrebbe vinta dal miglior offerente.

«Oggi - chiarisce Landriscina - non posso dire che mi oriento su un intervento di ripristino senza prima aver definito la proposta di parternariato pubblico privato, su cui sono in corso valutazioni dal punto di vista finanziario (è aperto fino alla prossima settimana un bando per individuare il soggetto che dovrà valutare il piano sulla congruità dell’investimento per il Comune, ndr). Auspico quindi che in tempi brevi si possa arrivare a una decisione in merito sulla proposta».

A quel punto se la valutazione sarà positiva verranno analizzati i tempi per le procedure e per i lavori di rifacimento integrale dell’impianto. In caso contrario, si valuterà un intervento provvisorio, come quello previsto dalla perizia. «Io ho il dovere - chiude il sindaco - di spendere i soldi pubblici, soprattutto in un momento come questo, nel modo migliore per la città». Insomma, il tema è quello di valutare innanzitutto il progetto dei privati per capire se è congruo sia tecnicamente che finanziariamente.

Opzioni e domande

La domanda, poi, una volta completate le verifiche, sarà inevitabilmente: meglio tener chiuso l’impianto e impegnarsi in un progetto seguito dai privati, che ne garantiscono anche la manutenzione futura, con un investimento di circa 10 milioni di euro, o effettuare un intervento tampone (al costo, comunque, di un milione) per riaprire la vasca tra un anno, sempre con il rischio di avere nuovi problemi, vista l’età della piscina? La risposta, in ogni caso, non arriverà prima di qualche settimana.

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