Politecnico, altro strappo
Via da Palazzo Natta

Università, dopo dieci anni la lettera del rettore ai docenti: trasloco da completare entro la fine di marzo

Sono passati dieci anni da quando il Politecnico è entrato a Palazzo Natta, un ingresso a suo modo simbolico: Como aveva accolto nel cuore della città murata l’università fino ad allora confinata alle porte (e mai all’interno) del San Martino.

Oggi l’ateneo ha scritto ai suoi docenti chiedendo di fare le valigie entro marzo. Sono gli stessi professori a raccontare di come la scelta arrivi non dal Polo di Como, ma dall’ateneo centrale.

L’edificio di via Natta dopo un lungo restauro durato circa nove anni e costato due milioni e mezzo di euro, era stato concesso in comodato gratuito dal Comune al Politecnico e all’Insubria, con una convenzione di nove anni rinnovabile fino a cinquanta. I due atenei qui avevano stabilito le sedi ufficiali dei rettorati.

Dopo l’addio alle aule di via Castelnuovo, dopo la chiusura di design, geomatica, i saluti degli ingegneri ambientali, dei gestionali, di sound engineering, ci si aspettava una riapertura imminente del dialogo, non l’ennesimo brusco arrivederci. Como così perde definitivamente altre energie preziose, per esempio il consorzio Poli.design, il gruppo di ricerca e sperimentazione costola di disegno industriale, come pure Polis-Making, bella realtà sulla gestione urbana che offriva anche un master di alto livello. Palazzo Natta ospita da sempre mostre, convegni, eventi universitari.

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