Polizia, nella centrale operativa
Una chiamata d’emergenza all’ora

Una mattinata nella sala dove arrivano le richieste di soccorso che il 112 gira alla Questura di Como

C’è un monitor, nella centrale operativa della polizia a Como, dove la mappa della provincia presenta una ventina di puntini rossi. È la rete di farmacie, banche, uffici postali, obiettivi sensibili dotati di allarmi antirapina che, in caso di necessità, consentono ai poliziotti di vedere in tempo reale le immagini dei sistema di videosorveglianza: «Per fortuna, ormai, quegli allarmi scattano davvero di rado. In vent’anni la città è cambiata ed gli scippi, le rapine anche violente, addirittura i sequestri di allora non ci sono più».

Sono le 9.30 di mattino, nella sala dove arrivano le chiamate di soccorso che il 112 gira alla polizia. Maurizio Bruschetta, responsabile di giornata della centrale operativa, si confronta con il capo dell’ufficio volanti, Andrea Esposito. Mentre la radio rimanda la voce di uno degli agenti in servizio sulla Volante 13: «Controllo domiciliare terminato». «Ricevuto, volante 13».

In giro per la città ci sono complessivamente sei pattuglie: i poliziotti di quartiere, tre volanti e un altro paio di auto della Questura. «Cerchiamo di far uscire più uomini possibile - spiega il dirigente - Questo ci permette, in caso di emergenza, di intervenire in tempi rapidissimi in città». Una delle pattuglie è impegnata nei controlli dei comaschi agli arresti domiciliari: «Si tratta di una delle attività che rientrano nella competenza nostra e dei carabinieri, a seconda delle zone in cui stiamo operando». La città è suddivisa in tre aree (una comprende convalle, Ponte Chiasso e Tavernola, la seconda la fascia da viale Lecco verso Civiglio, Lora e Camnago Volta, la terza da Camerlata a Trecallo e Prestino, oltre l’area del Sant’Anna): due monitorate dalla polizia, una dalla radiomobile dell’Arma.

Suona il telefono: un’anziana vede due valige davanti al portone di casa. È preoccupata. «Volante 13 da 42?». «Avanti 42». «Vai a Camerlata a verificare la presenza di due valige sospette». Si scoprirà che sono borse lasciate in un’area comune del condominio, forse da un altro residente: «La sicurezza - commentano sia Bruschetta che Esposito - è anche fornire una risposta alle richieste dei cittadini», anche se non si tratta di emergenza. In epoca di Green pass - proseguono - abbiamo ricevuto numerose telefonate di persone che chiedevano informazioni su cosa fosse consentito e cosa no».

Bruschetta chiude la scheda dell’intervento di Camerlata, in tempo per rispondere a una telefonata del 112: «È scattato l’allarme furto in un’abitazione a Sagnino», casa il cui sistema è collegato alle centrali operative o di polizia o di carabinieri. Parte la volante per verificare. Dopo 10 minuti arriva il responso via radio: «Nessun segno di effrazione, tutto regolare». Falso allarme. L’operatore in centrale contatta il proprietario per tranquillizzarlo.

Lo scorso anno la centrale operativa ha ricevuto 10.113 chiamate al numero d’emergenza, ovvero più di una ogni ora. Le volanti hanno fatto 3325 interventi (quasi 10 al giorno) di questi 173 per lite in famiglia. Nel corso degli interventi hanno arrestato 59 persone e ne hanno denunciate altre 442.

Risuona il numero d’emergenza. Il direttore della filiale di una banca del centro città ha dei problemi con un cliente che non vuole fornire il Green pass. Il tempo di arrivare, e i poliziotti riportano la calma.

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