Porro e Foti restano ai domiciliari
L’avvocato: «Tintinnar di manette»

Calcio ComoRespinta l’istanza di libertà. Il giudice «Resta il rischio di reiterazione del reato»

La Procura durissima contro gli ex vertici della società azzurra: «Inclinazione a delinquere»

Il giudice delle indagini preliminari ha rigettato la richiesta di revoca degli arresti domiciliari per Pietro Porro e Flavio Foti, rispettivamente ex presidente ed ex vicepresidente del Calcio Como. L’istanza dei difensori di porre fine alla detenzione, dopo cinque mesi di custodia cautelare e alla luce della chiusura delle indagini sul fallimento delle due società, è stata respinta perché «sono ancora attuali» sia il rischio di inquinamento delle prove che quello di reiterazione del reato.

Il giudice ha fatto suo il parere firmato dal procuratore Nicola Piacente e dal sostituto procuratore Pasquale Addesso, secondo i quali - tra l’altro - non solo le accuse nei confronti dei due indagati si sono aggravate in questi mesi di inchiesta, ma che imputano a Porro e Foti «un’inclinazione a delinquere» che giustificherebbe la conferma della misura cautelare.

Dura la memoria difensiva dei legali di Flavio Foti, gli avvocati Simone Gatto e Graziella Foti, contro il parere della Procura: «Il diritto di difesa - scrivono - e il mancato assoggettamento alle tesi accusatorie giustificherebbe» secondo la Procura «la permanenza di misure cautelari ricordando il “tintinnar di manette” di vecchia memoria».

Una memoria, quella difesa, che non ha comunque convinto il giudice ad accogliere l’istanza.

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