“Poveri” studenti, i biglietti dei bus
aumentano fino al 10%

Rincari di 65 euro per un abbonamento - Ma il problema sono anche le corse, che secondo gli studenti sono ancora «troppo poche»

Aumenta il prezzo degli autobus ma non aumenta quello dei mezzi in circolazione, sempre affollatissimi di studenti costretti a viaggiare in condizioni spesso molto difficili.

Le tariffe sono state ritoccate dal primo settembre. Nel 2013, cinque anni fa, un abbonamento annuale per le corse in “fascia C”, fuori dalle porte di Como, costava 490 euro; oggi ne costa 523, cioè 33 euro in più, per un incremento del 7%.

Va peggio a chi deve acquistare l’abbonamento in quinta fascia, che all’epoca costava 636 euro e che oggi ne costa 701, per un incremento di 65 euro pari al 10% in più.

Ai fini statistici va segnalato che a usufruire delle corse extraurbane, sono in media sei su dieci studenti che frequentano i licei e gli istituti tecnici del capoluogo.

I ritocchi sulle corse semplici sono in termini assoluti pari a qualche decina di centesimi. Si apprezzano meno gli aumenti dell’Istat. L’ultimo balzello, scattato a luglio, è dell’1,7% ma anche un normale abbonamento per corse urbane è cresciuto da 309 a 340 euro, più o meno, quindi del 10%. All’incremento dei prezzi non segue un incremento del servizio. Tra il 2015 e il 2017 si è registrato un taglio sulle corse di Asf. Il servizio extra urbano nel 2013 ha coperto 10 milioni e 310mila chilometri complessivi, mentre nel 2017 il chilometraggio è sceso a 9 milioni e 950mila, con un piccolo aumento nel 2018, 9 milioni e 981mila chilometri. Il servizio urbano invece è rimasto all’incirca costante, 2 milioni e 615mila chilometri.

I tagli e gli aumenti, è giusto sottolinearlo, non sono decisi da Asf, al massimo dallo Stato, dalla Regione e dall’Agenzia del trasporto pubblico che riunisce Como, Lecco e Varese. Tant’è vero che l’assessore alla viabilità di Como Vincenzo Bella, dopo una accesa discussione sui bus per gli studenti in consiglio comunale, fa sapere di essere al lavoro sul tema, benché Palazzo Cernezzi non abbia competenza diretta. L’ultimo vero rialzo è del 2015 ed è stato deliberato a livello regionale con una successiva approvazione provinciale.

«Il trasporto è da sempre un tasto dolente per gli studenti che arrivano da fuori città - conviene Giulia Convertini, fino allo scorso anno referente per la consulta degli studenti di Como -. E lo è per gli orari, le coincidenze, per i prezzi alti. Gli aumenti? Contano, quand’anche si trattasse di centesimi. Io facevo la spola tra Navedano e il Pessina. La carenza più grave è nella quantità delle corse, tre bus al giorno sono troppo pochi per alcune linee». Asf sta, come al solito, monitorando l’inizio dell’anno scolastico per affrontare le eventuali criticità, una corsa sotto la lente d’ingrandimento è per esempi o la C19 per Pianello, Morbegno e Sondrio.

«Poco, ma i prezzi sono aumentati anche quest’anno - dice Marta Colombo, studentessa del Ciceri e membro della consulta -. Nella zona di Senna, nella cintura urbana, dalle periferie come Grandate, Montano, Cassina, gli studenti faticano a salire sui bus. Servono più corse. Ed è vero che spesso si rischia di venire investiti aspettando l’autobus sulle banchine zeppe di gente. Succede al Giovio, ma anche a Camerlata o in piazza Vittoria. Io prendo il numero 1, una delle linee peggiori, sale da San Fermo al Sant’Anna e arriva a Ponte Chiasso passando da Monte Olimpino».

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