Pregliasco: «La terza ondata ci sarà
Ma la sua forza dipenderà da noi»

Il virologo mette in guardia su shopping e cenoni:«Segnali confortanti,ma serve continuare così»

Siamo in zona gialla, la folla dello shopping natalizio e i grandi cenoni festivi possono scatenare la terza ondata. Il passaggio ad un livello d’allerta inferiore nel contenimento del contagio non deve, secondo medici e specialisti, tradursi in un “liberi tutti”. Altrimenti a gennaio la curva dei positivi tornerà a salire e ci troveremo a piangere altri lutti che purtroppo a Como non si sono ancora arrestati.

«Il rischio c’è – spiega Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Istituto Galeazzi e virologo dell’università degli studi di Milano – ma il primo elemento da tenere in considerazione è il riconoscimento del lavoro fatto: la responsabilità dei cittadini lombardi ci ha traghettato verso una fase migliore, i segnali sono confortanti. Non dobbiamo però abbassare la guardia. I comportamenti che terreno adesso, durante le feste di Natale, faranno la differenza rispetto a ciò che osserveremo dalla metà di gennaio. Dobbiamo ancora riuscire ad abbassare la curva e recuperare tutto il terreno perduto tra ottobre e novembre. Occorre tornare ad essere in grado di tracciare i contagi con puntualità e immediatezza. È questo che crea una differenza sostanziale nella lunga convivenza forzata con il virus. L’individuazione rapida dei positivi, dei contatti stretti, per fermare subito l’avanzata del virus e soffocare i focolai come abbiamo ben fatto fino alla metà di settembre». Poi dalla seconda metà di settembre il sistema del tracciamento è completamente saltato, è stato impossibile raggiungere migliaia di cittadini contagiati al giorno. L’Ats non riusciva più a rispondere al telefono ed anche Immuni è andata in tilt. Ora però grazie al secondo lockdown morbido la situazione è diversa, sebbene il contagio non si sia del tutto azzerato e la coda dei decessi sia ancora drammaticamente dolorosa. Ma dobbiamo proprio arrenderci all’arrivo della terza ondata? «Ci sarà, è quasi certa – spiega Pregliasco – l’ondata arriverà. Ma la sua entità dipende da noi. L’altezza di quell’onda sarà determinata in buona parte da come ci comporteremo da qui a fine anno, da quanto il virus riuscirà a circolare nel corso delle festività. E quindi occorre per forza fare appello alla prudenza e al rispetto. I pranzi e le cene in famiglia rappresentano un pericolo soprattutto in presenza dei nonni, gli anziani continuano ad essere minacciati dall’azione del Covid. La trasmissione può avvenire anche da parte degli asintomatici. E non basta il tampone rapido dell’ultima ora perché c’è un lasso di tempo iniziale in cui i test non vedono il virus». Non solo. «Evitiamo di mischiarci alla corsa alla shopping - aggiunge -. Non frequentiamo negozi e vie troppo frequentate, sfruttiamo l’incremento degli orari d’apertura delle attività preferendo i momenti dove c’è meno folla. Dovremo poi continuare a fare questo lavoro anche nel corso della campagna vaccinale anti Covid in partenza dalla metà di gennaio, attenendoci ai comportanti per limitare il contagio ormai noti: distanza, mascherina e igiene». Mascherine che dovremo indossare, secondo l’esperto, durante tutto il 2021 fino a che il vaccino creerà una diffusa immunità.

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