Primo prelievo d’organi a cuore fermo
Sant’Anna, espianto di reni e fegato

Da un donatore che non aveva più battito cardiaco «Una procedura complessa, legata alla necessità di un ripristino artificiale della circolazione sanguigna»

Per la prima volta al Sant’Anna è stato effettuato un prelievo d’organi a cuore fermo. Lunedì scorso, all’ospedale di San Fermo, sono stati prelevati i reni e il fegato ad un donatore di 69 anni con il cuore già fermo per essere poi trapiantati, con successo, su un paziente bisognoso.

Di solito, salvo in rari centri d’eccellenza, la donazione in Italia avviene solo una volta accertata la morte cerebrale, ma con il cuore che batte ancora. Per garantire il funzionamento degli organi addominali da prelevare senza il cuore pulsante, lunedì al Sant’Anna si è fatto ricorso ad uno strumento innovativo, chiamato“Ecmo”, ovvero extracorporeal membrane oxygenation. Si tratta di un sistema di circolazione extracorporeo del sangue che ha mantenuto idonei al trapianto i reni e il fegato, gli organi in sostanza sono stati perfusi con una pompa capace di rinnovare il sangue e portare nuova ossigenazione.

«Normalmente il prelievo degli organi - spiega Susanna Peverelli, responsabile del coordinamento prelievo d’organi dell’Asst Lariana - viene effettuato su un donatore in morte encefalica a cuore battente. Questa procedura è da molti anni attiva al Sant’Anna ed è parte integrante della pratica clinica della terapia intensiva. In questo caso, invece, il cuore del donatore era fermo e di conseguenza il processo di donazione ha richiesto un elevato livello di collaborazione tra professionisti di discipline diverse».

Gli organi sono stati prelevati dall’équipe di chirurghi del centro trapianti del Niguarda.

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