Profughi: minaccia del ministro ticinese
«Siamo pronti a schierare l’esercito»

Norman Gobbi«L’intervento dei militari se la situazione peggiora»

Como

A metà aprile era stato il ministro della Difesa della Confederazione, Ueli Maurer, a preannunciare l’invio di «800 militi ai confini, in caso di emergenza rifugiati, per dar manforte alle guardie di confine ed alla polizia nella gestione del flusso». Una dichiarazione che aveva colto un po’ tutti di sorpresa. Il concetto è stato ripreso ieri ai microfoni di TeleTicino dal ministro ticinese Norman Gobbi, dopo il maxi esodo di migranti da Como verso la vicina Confederazione: 1400 in meno di una settimana, due terzi dei quali già rispediti in Italia. «Se la situazione peggiora, potrebbe arrivare l’esercito», ha confermato Norman Gobbi, aggiungendo che i migranti ormai entrano in Ticino non solo attraverso la stazione di Como San Giovanni e i collegamenti ferroviari, ma anche passando per l’autostrada e per le zone boschive che separano i due Paesi. Dunque una situazione da monitorare, anche se «al momento sotto controllo». Questo in virtù del fatto che - come detto - due terzi dei migranti giunti in Ticino sono stati rimandati in Italia, in quanto non potevano richiedere il diritto d’asilo. Secondo il ministro ticinese, al momento, «la collaborazione con l’Italia funziona». Significativo il fatto che Norman Gobbi - politico estremamente pragmatico - abbia posto l’accento su un punto: «L’Italia avrebbe potuto dirci: noi non ci riprendiamo i migranti. Ma ciò non è sin qui avvenuto».

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