Profughi, sono arrivati i tendoni
Serviranno alle donne e ai bambini

Installati ieri sera nell’area ex Stecav di viale Innocenzo per proteggere di notte donne e bambini - Il sindaco: «Questa situazione non può gravare solo sulle nostre spalle. Servono misure di supporto nazionale»

Alla fine, per soccorrere i migranti, sono arrivati i tendoni, due grandi tende di sei metri per nove installate nel piazzale dell’ex sede Stecav di viale Innocenzo, dove già avevano sede i magazzini del Banco alimentare, di fianco al comando della polizia locale.

La decisione è conseguenza ovvia della situazione venutasi a creare ai giardini di fronte allo scalo ferroviario di San Giovanni, dove ieri pomeriggio stazionavano ancora decine di uomini, donne, minori. Il contesto è sempre più degradato, soprattutto da un punto di vista igienico, come lamentano molti operatori della stazione, le cui banchine, in questi giorni, sono tutto un viavai di turisti che i tassisti ”maneggiano”, giustamente, come fossero pepite d’oro. «Lo spettacolo non giova», lamenta uno di loro, al quale è difficile dare torto, anche se poi, scese le scale o voltato l’angolo, la città è (per fortuna) tutt’altra cosa.

«La mobilitazione della cittadinanza, dei volontari e delle associazioni è stata ed è ammirevole - ha commentato ieri il sindaco Mario Lucini -, così come positivo e attento è l’impegno profuso dalle forze dell’ordine. Questa situazione, però, non può essere lasciata solo sulle spalle di Como».

«La questione - ha proseguito il primo cittadino - è certamente complessa e, in quanto tale, non può essere affrontata soltanto a livello locale; è necessario un coinvolgimento più esteso. Servono misure di supporto a livello nazionale e probabilmente addirittura europeo. Di sicuro i sindaci non possono affrontare da soli anche questo genere di problematica».

«Proprio oggi mi ha chiamato il primo cittadino di Ventimiglia, Enrico Ioculano. La sua città da tempo vive questa emergenza, che non ha ancora trovato soluzione. Affrontiamo quotidianamente, con difficoltà, le tante fragilità già presenti sul nostro territorio; per dare una risposta dignitosa ai drammi umani che si manifestano in questi giorni davanti ai nostri occhi, non si può pensare che sia sufficiente l’impegno generoso della nostra comunità».

L’ultimo dato disponibile (risalente all’altroieri) dà conto della presenza, a giardini, di 160 persone, di cui una quarantina tra donne e bambini.

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