«Pronto zia? Mi serve il tuo oro»
Ma questa volta la truffa fallisce

Telefonata in casa di una signora di 97 anni: «Sono tua nipote» - Poi chiedono denaro e preziosi: «Li vuole la banca a garanzia di un prestito»

Como

Truffa sventata ieri mattina in città, nella zona di via Dante. Una anziana signora di 97 anni, cui l’anagrafe non ha intaccato lucidità e prontezza, ha ricevuto una telefonata da una donna che sosteneva di essere sua nipote e che, con voce roca («scusa sai, ma ho un gran mal di gola»), diceva di avere bisogno di preziosi o contante, a garanzia di un fantomatico prestito in una fantomatica banca.

La signora si è sentita domandare quanto avesse in casa e quando eventualmente qualcuno potesse passare per il... “ritiro”: «Io non ho nulla», ha ribattuto la padrona di casa, «tutt’al più - ha aggiunto credendo che all’altro capo del telefono ci fosse davvero la nipote - puoi effettuare un prelievo direttamente dal mio conto».

La sua interlocutrice ha desistito, interrompendo la comunicazione e precisando che avrebbe comunque richiamato dopo le 14. Nella tarda serata di ieri ancora non si era rifatta viva.

Il piano era comunque già andato a farsi benedire quando pochi minuti dopo a casa della signora compariva la vera nipote: «La zia mi ha accolto chiedendomi come stessi, se avessi ancora il mal di gola e di quanto denaro avessi avuto bisogno - racconta lei -. E lì ho capito cosa era accaduto». L’episodio è stato tempestivamente denunciato ai carabinieri che hanno avviato le indagini del caso.

L’invito è quello di sempre, ripetuto e ribadito in mille sedi e in più occasioni: è bene non solo non aprire la porta ma neppure accettare richieste per via telefonica, altro strumento di triste efficienza, almeno a giudicare dalle statistiche.

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