Provincia, si cambia
Il no di Lecco rilancia
la Grande Brianza

I sindaci lecchesi si alleano con Monza e chiudono alla possibilità di unione con Varese e con Como

Il documento di Lecco dice sì all’unione con Como e Monza. Ma c’è un ma. Già perché sull’altro ramo del Lario è forte e insistita la sottolineatura sulla necessità di riunire la Brianza, meno quella sull’importanza di ricomporre il territorio del lago.

Nei giorni scorsi si sono riuniti i sindaci lecchesi (35 quelli presenti) ed è in quella sede che è emersa la propensione a favore di Monza. «Per parte mia non c’è alcuna chiusura nei confronti di Como - dice il sindaco di Lecco, Virginio Brivio (Pd) - la proposta raccoglie e interpreta un’uniformità a livello economico e infrastrutturale del nostro territorio con le province di Como e Monza ma questa proposta rischia di essere vanificata dalla situazione di Varese che come noto non ha da sé i numeri per poter essere un entità autonoma».

E il lago di Como? Possibile che Lecco desideri gettare alle ortiche la possibilità di riunificare i due rami del Lario? «L’unificazione del lago è un valore assolutamente condivisibile - chiarisce Brivio - c’è del resto da capire quali saranno le competenze di queste aree vaste, resta il fatto che in alcuni ambiti e penso ad esempio a quello della promozione turistica, l’eventuale divisione territoriale non pregiudicherà la possibilità di lavorare uniti così come del resto avviene già ora».

L’indicazione lecchese riaccende il dibattito a Como dove una posizione unitaria ancora non c’è. Il punto fermo è la riunificazione del lago, sull’opzione Varese spingono per il momento le associazioni di categoria (Unindustria, Ance, Cdo, Cna, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confesercenti).

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