Raccolta rifiuti, si cambia
Como, tira aria di stangata

Il nuovo bando dovrebbe costare 17 milioni. Oggi i comaschi, con la Tari, ne versano 13 all’anno. Tante le richieste di modifica, soprattutto in centro

Aumenti in vista per la tassa rifiuti con il nuovo appalto che potrebbe passare dagli attuali 13 a 17 milioni di euro l’anno. Il contratto con Aprica, in città dall’estate del 2013, è in scadenza nel dicembre del 2020, ma gli uffici comunali sono al lavoro per presentare una nuova gara da avviare entro la fine dell’anno per essere pronti per il primo gennaio 2021.

Tante le richieste di modifica e di introduzione di nuovi servizi che, però, faranno lievitare la tassa. Secondo le prime stime l’appalto aumenterebbe di circa 4 milioni, dovuto in parte anche all’andamento dei mercati e dei prezzi dello smaltimento.

Il costo del servizio, come prevede la norma, deve essere interamente coperto dai contribuenti attraverso il pagamento della Tari.

Ma quali novità l’amministrazione potrebbe essere disposta ad approvare? A Como la frazione umida viene differenziata da metà del 2014: prima in città esistevano solo il sacco nero e il sacco viola e da allora la raccolta è stata suddivisa in carta, plastica, vetro e lattine e indifferenziata.

Tanti altri Comuni anche dell’hinterland hanno introdotto il “sacco” personalizzato, con il chip. In sostanza chi più differenzia meno paga. Con un codice di riconoscimento è infatti possibile calcolare il numero di sacchi di indifferenziata conferiti all’anno: minori sono i rifiuti di questa tipologia conferiti, maggiore è lo sconto sulla quota variabile della Tari.

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