Racket della questua
Sospetti sul centro
di via Regina

La Procura milanese ipotizza che i questuanti presenti nel capoluogo lombardo arrivino da Como

L’indagine milanese “baseball cap”, che mira a scoprire la rete di sfruttamento dietro la questua dei migranti, avrebbe un collegamento diretto con la nostra città.

Lo riporta “La Repubblica” nelle pagine di Milano: l’inchiesta della procura milanese, coordinata dal pm Francesco De Tommasi e affidata alla polizia locale, sembra portare al centro di via Regina Teodolinda. Gli investigatori, come scrive il giornale, ipotizzano ci sia un giro di racket dietro alla questua organizzata e, per questo, hanno seguito sui treni regionali alcuni giovani nigeriani che potrebbero avere un ruolo di coordinamento dei circa 200 connazionali impegnati a chiedere l’elemosina otto ore il giorno nel capoluogo lombardo. Hanno scoperto che sono ospitati presso la struttura governativa lariana. Nell’articolo si dice che gli uomini della polizia locale meneghina, hanno fatto visita alla struttura chiedendo informazioni sugli ospiti.

Al momento, il numero dei nigeriani in via Regina Teodolinda è esiguo, si tratta di nove persone. La Prefettura di Como fa sapere come non risulti nessun accesso da parte degli agenti (essendo registrato ogni singolo accesso, con buona probabilità i poliziotti si sono recati in loco senza varcare il cancello della struttura). Il Prefetto Bruno Corda aggiunge che «laddove ci fossero evidenze d’indagine su atti illeciti, che si presume siano stati compiuti da ospiti in qualunque struttura direttamente gestita dalla Prefettura, verificheremmo immediatamente e, nel caso, faremmo, come già avvenuto in passato, cessare le misure d’accoglienza».

È bene sottolineare come l’accesso sia consentito ai minori non accompagnati controllati dalla polizia di frontiera, respinti e riammessi sul territorio, a seguito dell’accordo esistente tra Italia e Svizzera, e ai minori non accompagnati che chiedono ospitalità al centro governativo: quest’ultimi sono controllati dalla Questura per verificare se hanno davvero meno di 18 anni.

I migranti adulti che si presentano spontaneamente possono accedere, a patto di non avere ancora presentato istanza per il rilascio del permesso per asilo politico (una volta depositata la domanda, restano fino al trasferimento nei Cas del territorio). Gli ospiti sono controllati e identificati dalla Questura e, se non in possesso dei requisiti, allontanati dal campo.

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