Ragazza lo aiuta ad attraversare, l’anziano la molesta: a processo

Il caso Lei ha 14 anni, l’uomo 73. Episodio accaduto in piazza Vittoria - L’accusa è quella di violenza aggravata, alla luce dell’età della vittima

Era il mese di gennaio del 2020. La giovane Giorgia, nome di fantasia per tutelare l’anonimato della vittima, 14 anni, si trovava in piazza Vittoria. Era appena scesa da un autobus e stava per attraversare la piazza quando, poco distante, aveva visto un anziano in difficoltà e gli si era avvicinata. «Buongiorno, posso aiutarla?», aveva detto, con molto garbo e buon cuore. «Ha bisogno di una mano per attraversare la strada?».

L’imputato ha 73 anni ed è residente a Lipomo

Mai avrebbe potuto immaginare, Giorgia, che quella sua buona azione sarebbe stata l’incipit di una sospetta molestia che ora è finita in un’aula del palazzo di giustizia lariano, al vaglio del Collegio del Tribunale di Como. L’ipotesi di reato è quella di violenza sessuale aggravata dal fatto di aver commesso il fatto nei confronti di una ragazza che non aveva ancora compiuto i 18 anni.

Nei guai, per i motivi che ora spiegheremo, è finito l’anziano, 73 anni, residente a Lipomo che ora dovrà spiegare l’accaduto di fronte ai giudici, assistito dall’avvocato d’ufficio Arnaldo Giudici. Secondo quanto la ragazzina riferì poi alla madre, infatti, l’uomo non solo iniziò a fare complimenti sull’aspetto fisico della quattordicenne («sei bella, vuoi essere la mia ragazza?») chiedendole anche di sposarlo, ma avrebbe anche tentato per ben due volte (tra l’altro riuscendosi), prima e dopo le molestie verbali, di baciarla. Il tutto in pieno giorno, ai danni di una giovane che con tutto il buon cuore di questo mondo si era solo avvicinata – vedendolo in difficoltà – per chiedergli se aveva bisogno di un aiuto per riuscire ad attraversare piazza Vittoria.

La storia era emersa dopo che la ragazzina, spaventata – cui l’uomo pare avesse lasciato anche il proprio cellulare – aveva riferito alla madre quanto era accaduto. La mamma, residente nell’Olgiatese, si era così presentata dai carabinieri a sporgere denuncia contro il settantatreenne di Lipomo di cui aveva anche il numero di telefono.

La ragazzina aveva riferito tutto alla madre

Le testimonianze della ragazzina avevano poi chiuso il cerchio attorno al sospettato che tuttavia si è sempre dichiarato innocente. La vicenda, insomma, è finita prima in una comunicazione di reato che i carabinieri hanno girato alla Procura della Repubblica, poi in un apposito fascicolo aperto con l’ipotesi di reato di violenza sessuale.

L’uomo ha scelto di non percorrere riti alternativi e di difendersi in aula in un pubblico dibattimento che è iniziato in queste ore. L’udienza è stata poi rinviata al prossimo mese di marzo del 2023 quando si entrerà nel vivo della questione con l’audizione dei primi testimoni.

Nel capo di imputazione che lo accusa si legge che «con violenza consistita nella repentinità dell’azione» non consentiva «alla vittima un’adeguata difesa», «abbracciandola e baciandola». Una azione aggravata dal fatto che la ragazza «non aveva ancora compiuto nel gennaio del 2020 i diciotto anni». Anzi vi era molto lontana, avendo solo 14 primavere alle spalle.

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